Le associazioni provinciali della Confcommercio che hanno tastato il polso degli operatori economici dalla fine dei saldi, avvenuta una settimana fa, sono tutte d’accordo sulla sostanziale stabilità. Dopo i segnali di deciso incremento registrati nel corso delle prime due settimane di vendite a ribasso (dal 3-5% di Pisa, al +10% di Livorno) l’affluenza e gli acquisti si sono attestati su ritmi più blandi, confermando attitudini di consumo sostanzialmente in linea con i rilevamenti nazionali.


Prudenza – “A farla da padrone e’ ancora un atteggiamento di prudenza – commenta il presidente regionale Confcommercio, Stefano Bottai – rispetto al quale e’ evidente la necessità di ristabilire il clima di fiducia e di stimolare la domanda, rafforzando il potere d’acquisto delle famiglie. Rispetto a ciò la priorità va senza dubbio assegnata a misure fiscali che favoriscano l’abbassamento sia del costo del lavoro sia della tassazione diretta sui beni e sulle persone, soprattutto in vista delle ripercussioni che la grave situazione dei paesi nordafricani ha determinato a livello di innalzamento del costo delle materie prime e di ripartenza dell’inflazione”.


Tensione – “D’altro canto – continua Bottai – la tensione accumulata negli ultimi due anni permane, ed e’ alla luce di questo che bisogna valutare sia dati, sia le scelte dei consumatori. Sono stabili le vendite di calzature, e’ andato particolarmente bene l’abbigliamento per bambini e sono andati bene i capi utili e a forte caratterizzazione invernale, confermando la tendenza dei consumatori a considerare i saldi come un investimento per il futuro, ovvero un’occasione per acquistare prodotti necessari al guardaroba e di effettivo utilizzo anziché, come un tempo, per acquisti di impulso, non necessari e più legati alle tendenze. Vengono quindi premiati i brand e gli aspetti qualitativi dei capi, con una decisa attenzione al rapporto qualità-prezzo”.


Saldi – “Dal punto di vista dei commercianti – conclude Bottai – la novità della data unica d’inizio dei saldi ha riscosso un generale consenso, proprio perché ha evitato disparità di opportunità fra regioni limitrofe e l’auspicio e’ infatti quello che l’iniziativa intrapresa nel Centro-Nord si estenda a tutto il territorio nazionale. Le percentuali d’incidenza dei saldi sul venduto totale vanno dal 20-25% di Lucca, Pisa e Siena a percentuali dal 30 al 40% nelle province di Arezzo , Pistoia e Grosseto. Sono cifre importanti, su cui riflettere soprattutto nelle fasi di programmazione delle date, valutando cioè il rapporto che c’e’ fra l’incidenza dei saldi sul fatturato e le molte richieste di posticipare di qualche settimana l’inizio dei ribassi, perché comunque le vendite si concentrano nelle prime due settimane”.


Firenze