Ammonta a poco più di 100 milioni di euro la riduzione per il 2011 dei trasferimenti erariali destinati ai Comuni toscani in applicazione della legge n.122 del 30 luglio 2010 (la cosiddetta “manovra estiva”). Il Ministero dell’Interno ha infatti reso noti i tagli effettivamente destinati ai Comuni italiani con popolazione superiore ai 5000 abitanti: in Toscana sono 152 gli enti interessati (su 287) e il provvedimento coinvolge circa il 91% della popolazione regionale.“In questi mesi – ha affermato il presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi – abbiamo lavorato per rendere scientifiche le nostre osservazioni e le nostre critiche alla manovra economica e al federalismo portati vanti dal Governo. Non facciamo critiche di “parte”. In Toscana, nel 2011, vengono tagliati ai Comuni oltre 100milioni di euro, di questi oltre il 63% ai 22 con più di 30mila abitanti. Ciò vuol dire impedire ai Comuni di essere protagonisti dello sviluppo dei propri territori e quindi inibire tale possibilità a tutta la Toscana. Questa la nostra denuncia per il 2011, ma già oggi vogliamo dire forte e chiaro che nel 2012 ai Comuni italiani verranno tagliati altri 2,5 miliardi di euro, che si vanno ad aggiungere al miliardo e mezzo tagliato quest’anno. In Toscana, così, ai 101milioni di oggi, l’anno prossimo si sommeranno tagli per altre decine di milioni di euro”.


I tagli – Per i 22 Comuni di maggiori dimensioni la riduzione media per abitante è di quasi 35 euro e l’importo totale della perdita è pari al 63% della riduzione subita a livello regionale. Alcuni Comuni capoluogo pagano il provvedimento in misura maggiore rispetto ad altri: in primis Firenze, che fa segnare una perdita di 51 euro per abitante. Seguono Pisa (circa 41 euro), Siena, Livorno e Lucca intorno ai 36 euro. Tra gli altri Comuni, la riduzione pro capite maggiore si registra a Forte dei Marmi (Lu) e Fivizzano (Ms), in entrambi i casi pari a circa 41 euro, mentre il valore inferiore si ha a Cavriglia (Ar), con una perdita intorno a 14 euro per abitante, seguito da Monte Argentario (Gr) con quasi 16 euro e Altopascio (Lu) con 17 euro. “In queste condizioni i primi a soffrirne – ha spiegato Cosimi – sono e saranno i cittadini, a partire dai più svantaggiati, che vedranno i servizi pubblici costretti a ridurre le proprie prestazioni. Basta pensare a quanto fino ad oggi i Comuni toscani hanno investito nelle sistema delle scuole materne, che invece dovrebbe essere interamante a carico dello Stato. Uno Stato centrale che ha aumentato le proprie spese negli ultimi anni di oltre il 15%, mentre il sistema degli Enti locali le ha ridotte del 10%”. La riduzione dei trasferimenti erariali ai Comuni toscani equivale quasi al 7% del taglio complessivamente subito dai Comuni italiani: in termini percentuali lo sforzo richiesto ai Comuni toscani è analogo a quello richiesto a regioni come l’Emilia-Romagna, il Veneto, la Puglia e il Piemonte.


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