Il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi ha annunciato una mobilitazione se non sarà modificato il decreto sulle energie rinnovabili. Dopo l’incontro con i sindacati e con un gruppo di lavoratori della Isi a Firenze, Rossi ha avanzato l’idea di impugnare il caso anche davanti alla Corte Costituzionale. Nel frattempo Rossi ha inviato una lettera al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, autore del provvedimento.


La lettera – “Questo governo – scrive Rossi – è un disastro: non solo non aiuta la ripresa, ma affossa anche i settori dell’economia in crescita. È una scelta sbagliata, per il metodo e il merito. Il metodo: si è presa una decisione dalla sera alla mattina senza consultare nessuno e senza la necessaria gradualità. Nel merito, è ancora peggio: si mettono in crisi famiglie e imprese che avevano avviato investimenti nel settore, si tolgono certezze agli imprenditori, si mette in crisi un settore innovativo per l’economia e l’ambiente e si contribuisce ad aumentare la nostra dipendenza dal petrolio, proprio mentre i prezzi della benzina salgono a cifre record”. La Toscana è la prima regione in Italia per produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (non idriche) con i suoi oltre 1.500 KWh per abitante contro una media italiana di circa 334 KWh.


Il decreto – Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva, a seguito dell’espressione dei pareri previsti, il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2009/28 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e che modifica il sistema degli incentivi statali. Il provvedimento mira al potenziamento e alla razionalizzazione del sistema per incrementare l’efficienza e l’utilizzo di questo tipo di energia ed ha, fra gli obiettivi principali, quello di diminuire gli oneri “indiretti” legati al processo di realizzazione degli impianti da essa alimentati (dall’autorizzazione alla connessione, all’esercizio).


Il ministro – “Nessun taglio, nessun tetto, nessuno stop allo sviluppo del settore produttivo è stato mai previsto – ha dichiarato ministro dello Sviluppo economico Romani – quanto piuttosto il potenziamento e la razionalizzazione del sistema per incrementare l’efficienza e l’utilizzo di questo tipo di energia, diminuendo gli oneri indiretti legati al processo di realizzazione degli impianti da essa alimentati (dall’autorizzazione, alla connessione, all’esercizio) e soprattutto eliminando l’effetto delle speculazioni finanziare che hanno approfittato del settore. Si apre dunque una nuova stagione per l’energia pulita”.


Gli imprenditori – “Siamo in attesa dell’uscita in Gazzetta ufficiale per la definitiva valutazione del decreto legislativo, ma per tutte le piccole e medie imprese che operano nel settore delle fonti rinnovabili si preannuncia una grave crisi se non verranno presi gli opportuni provvedimenti – afferma Paolo Galassi, Presidente di Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) -. Al ministro Romani, con cui ci auguriamo di confrontarci presto, chiediamo che perlomeno il sistema degli incentivi vigenti rimanga attivo per un periodo più lungo di quello previsto, che non arriva nemmeno a 3 mesi. È necessario inoltre che nuovi meccanismi incentivanti vadano a definirsi nel più breve tempo possibile”.


Firenze