Aziende al fianco dei sindacati, banchieri seduti accanto a politici e rappresentanti delle categorie. È successo ieri a Firenze, invitati dalla banca Cassa d Risparmio di Firenze per discutere insieme le soluzioni per uscire dalla crisi.

Uscire dal tunnel Oltre 600 presenti all’appuntamento voluto dall’istituto di credito, oggi di proprietà di Intesa-San Paolo, per condividere alcune proposte per «uscire dal tunnel», come ha spiegato il direttore generale di CR Firenze Luciano Nebbia. Non  che le soluzioni proposte siano particolarmente originali; si è parlato di accesso al credito, patrimonializzazioni aziendali, internazionalizzazione, formazione e innovazione, ma è già un bel segnale che per una volta se ne sia parlato non nelle piazze (reali o virtuali) ma tutti insieme.

Microimprese e export L’incontro era stato preceduto dalla presentazione di un relazione dell’Irpet sul quadro economico toscano. Il  55% degli occupati lavora in imprese con meno di 10 addetti mentre appena il 19% in imprese superiori a 50 addetti; nonostante il problema di un nanismo aziendale, con tutte le conseguenze del caso sul piano internazionale, tuttavia l’export toscano rappresenta il 25,5% del Pil regionale; molto bassa, poi, è la percentuale di investimenti in ricerca e sviluppo, appena lo 0,45% del Pil. Il dato sulle aziende in difficoltà poi racconta che nel 2011 sono quasi 300 le aziende che hanno chiesto la cassa integrazione straordinaria. Nel 2010 erano state «solo» 172.

Fare squadra con le banche Per frenare questa deriva occorre dunque fare sistema, fare squadra, evitare che ognuno tenti da solo la salvezza. «La strada è la internazionalizzazione dei prodotti – ha detto Nebbia – perché la ripresa può venire solo dall’export». Però i prodotti devono essere altamente tecnologici per i nuovi mercati e occorre investire in ricerca. E qui la stessa banca si candida ad essere soggetto che può mettere in rete realtà che altrimenti non si incontrerebbero. Tutto bello, speriamo anche che le anche continuino ad erogare il credito però. Oggi alle aziende manca anche e soprattutto quello. Gli ultimi dati dicono che è di 7 miliardi di euro la sofferenza bancaria delle imprese.