17 marzo, si lavora o no? L’interrogativo è all’ordine del giorno ma per ora le risposte latitano. Così il presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, ha inviato stamane a tutti i sindaci italiani, per la loro eventuale adesione, un appello per l’Unità d’Italia.
L’’appello – “Noi Sindaci d’Italia rivolgiamo un vibrante appello al Parlamento e al Governo della Repubblica per sentire e condividere con noi, con le nostre comunità e con tutto il popolo italiano la volontà di ricordare e di celebrare, con la solennità che la data richiede, il centocinquantenario dell’Unità d’Italia nella giornata del 17 marzo, in cui 150 anni fa nel Parlamento di Torino veniva proclamata l’Italia unita. Nella memoria dei nostri antenati e di tutte le generazioni presenti, passate e future che hanno concorso e concorreranno con il loro sacrificio ed impegno a fare sempre più prospero, unito e forte il nostro Paese, deve rimanere vivo e vitale il ricordo e il significato di quella giornata e del percorso di costruzione dell’Italia unita che ha attraversato questi 150 anni di storia italiana. I cittadini italiani e tutti coloro che pacificamente vivono e lavorano nel nostro Paese devono poter dedicare una giornata, che deve essere di festa, alla riflessione e all’ attenzione alla propria storia, ed alla propria identità, per ritrovare lo slancio con cui costruire il presente guardando al futuro. Un paese non è solo la sua economia ma l’economia e la crescita sono fondamentali per guardare con serenità al futuro. Tanto più in un paese come l’Italia, che da troppo tempo è fermo. Lo sviluppo dell’economia è però condizionato anche dalla capacità di stare insieme, di valorizzare il bene comune, di fare comunità o come si dice in termini più accessibili, di fare squadra.Una giornata di festa in un anno in cui peraltro molte festività si accavallano è utile per far scattare la scintilla comunitaria. Una giornata particolare, come richiede il grande valore della ricorrenza da onorare, in cui ciascuno potrà nelle diverse forme, momenti e sedi a ciò dedicate, volgere il pensiero e l’animo a ciò che significa essere italiani, uomini e donne impegnati nel lavoro, nella famiglia, nella società, nelle istituzioni”.
Siena