Evoluzione positiva nel terzo trimestre del 2010 per le esportazioni dei distretti toscani. Il Granducato si conferma tra le regioni più dinamiche nel panorama distrettuale italiano (+18,6 per cento contro il +16 per cento del totale dei distretti). E’ quanto emerge dal rapporto sul Monitor dei Distretti della Toscana di Banca Cr Firenze in collaborazione con il Servizio Studi di Intesa Sanpaolo, nel terzo trimestre del 2010. Il polo fiorentino della pelle rappresenta, in termini di esportazioni, il principale distretto toscano con poco meno di 1,5 miliardi di euro di vendite estere nel 2009. Nel terzo trimestre le esportazioni del distretto hanno registrato una ulteriore crescita (+17,8 per cento), dopo gli ottimi esiti del secondo trimestre. Nel distretto tessile pratese i dati relativi al terzo trimestre evidenziano un tasso di sviluppo del 20 per cento delle vendite di tessuti pratesi sui mercati mondiali, un dato finalmente pienamente positivo dopo un lungo e sofferto ridimensionamento. Anche le esportazioni di abbigliamento, già in forte crescita nel primo semestre, hanno ulteriormente accelerato (+43 per cento).


Il Chianti classico – Il 2010 ha segnato una convincente ripresa per il vino Chianti classico, che ha registrato un incremento di vendite pari al +21 per cento. La vendita del Chianti in Italia e all’estero a partire dal secondo semestre del 2010 ha toccato +37 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009, con punte di crescita del +55 per cento nell’ultimo trimestre dell’anno appena trascorso. Il trend positivo sembra investire in pieno il 2011 con le vendite di gennaio che fanno registrare un confortante +12 per cento rispetto allo stesso mese del 2010. Il Chianti classico ha un fatturato stimabile in oltre 500 milioni di euro: una vera pietra miliare nell’economia toscana. Nel periodo compreso tra il 2008 ed il 2010, i mercati del celebre vino “made in Toscana” hanno tenuto. Gli Stati Uniti si sono confermati al primo posto per l’acquisto del Chianti (27 per cento), seguiti dall’Italia (24 per cento), dalla Germania (12 per cento), Canada (8 per cento), Regno Unito (7 per cento), Svizzera (7 per cento), Giappone (4 per cento), Olanda (3 per cento), Svezia (3 per cento), Russia (2 per cento) e altri Paesi (3 per cento).


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