Il 78% ha fiducia nelle Forze Armate, l’84% è letteralmente schifato dalla politica che ha perso il suo collegamento con l’elettorato, un buon 44% ritiene il Nord egoista verso il Sud, mentre il politico più importante, per il contributo alla storia dell’Italia, è De Gasperi. E’ questa la fotografia degli Italiani nei confronti del proprio Paese tracciata dal politologo Pierangelo Isernia, coinvolgendo 1000 persone (200 i toscani intervistati) di età superiore a 18 anni in un’indagine campionaria di livello nazionale e con variabili socio-economiche e politiche. I risultati sono stati presentati questa mattina a Siena, al Santa Maria della Scala, nell’ambito del convegno-studi “La lezione del XX secolo. Nazionalismo, totalitarismo e sentimento nazionale europeo”.


Lo studio – L’indagine ha riportato l’identikit degli italiani un po’ Robin Hood e un po’ qualunquisti che, nonostante il periodo politico, hanno ancora fiducia nella Magistratura per il 50%, molto meno nei partiti (12%). Al primo posto le Forze Armate con un 78%, seguite dall’Università con il 62%, la Chiesa il 53% e i sindacati 30%. Ma cosa significa essere italiani? Un’identificazione importante per l’83% ,anche se molte delle nostre caratteristiche fanno vergognare il 30% di noi. Al forte sentimento di italianità si contrappone la considerazione, per l’84% , di una politica lontana dalle persone,  incomprensibile e complicata per il 70%.


Il federalismo – In tema di federalismo solo il 42% degli intervistati è favorevole e un non piccolo 21% non sa esprimere un giudizio. Un gap che si traduce in possibilità di orientamento verso scelte diverse. Ancor più se si analizzano i dati dai quali emerge lo spirito samaritano degli italiani: il 62% è favorevole ad aiutare le regioni povere, per il 25% devono cavarsela da sole, ma se il tema viene declinato in Nord e Sud allora solo il 38% è favorevole, mentre per il 48%  devono provvedere da soli.


Unità d’Italia – Ma in questo anno di celebrazioni per l’Unità d’Italia si scopre anche che i meridionali hanno meno voglia di lavorare dei marocchini, superati, questi ultimi, sul rispetto delle leggi. Il Sud è  imbattibile sul piano della generosità e sulla fiducia non tradita. Confortante, invece, il fatto che la maggioranza (53%), senza differenze politiche, si emoziona sulle note dell’inno nazionale e che il 58% dà un giudizio positivo sull’unità del Paese, anche se la nostra conoscenza storica su questo momento risulti piuttosto labile: solo il 36% ha ricordato la data esatta.


Italia e Europa – E, infine, gli intervistati si sentono più italiani  che europei? Sicuramente italiani. L’ inclusione europea, considerata favorevolmente nel 1999 dal 71%, è, adesso, solo al 53%. Il percorso verso un processo di identificazione, in grado di superare i confini dello Stato è ancora molto in salita. Questo perché in molti settori, ad eccezione del patrimonio artistico, delle già citate Forze Armate e dello sport, gli italiani si considerano  molto “arretrati”, nell’ambito delle istituzioni politiche, rispetto a nazioni similari come Francia, Inghilterra e Germania. Lo afferma il 77% e per la giustizia il 76%, anche se, nei confronti dei giudici, e a seconda dell’orientamento politico, la stima rimane ancora alta.


La moneta unica – Ultimo, ma non per importanza, il giudizio sull’euro che, dalle dichiarazioni rilasciate, non sembra godere di buona salute. Per molti è stata la causa della perdita del potere d’acquisto, altrettanti lo considerano un valido strumento per competere con USA e Giappone, ma, al contempo, è un ostacolo per l’esportazione dei nostri prodotti.


Siena