Ripristinare le risorse per le Fondazioni liriche e per tutto il comparto dello spettacolo a un livello non inferiore a quello del 2009 perché, se ciò non avverrà, il futuro dei Teatri è segnato e, uno dopo l’altro saranno condannati alla chiusura. E’ questa la richiesta contenuta nel documento approvato dall’Ufficio di Presidenza dell’ANCI in una delle ultime riunioni.


Le città che hanno aderito – Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste, Venezia e Verona – si legge nel documento – sono le 13 Città Italiane sedi di una Fondazione Lirica. 13 teatri nei quali l’Opera lirica – nata in Italia nel 1600 – viene quotidianamente rappresentata ai più alti livelli e che sono, ancora oggi, un punto di riferimento assoluto per tutto il mondo musicale. Sarebbe sufficiente seguire uno di questi teatri in una tournee all’estero per comprendere quanto l’opera lirica sia identificata con il nostro Paese e rappresenti in tutto il mondo una delle immagini migliori dell’Italia e della sua cultura.


Il patrimonio lirico italiano – Non si può inoltre tralasciare – continua il documento – la dimensione occupazionale delle 13 Fondazioni liriche italiane: oltre 5.000 dipendenti (tra musicisti e personale tecnico/amministrativo) e quindi le gravi ripercussioni sul tessuto sociale di ogni città nel momento in cui dovessero venire cancellati questi posti di lavoro. Per non parlare del considerevole indotto che i teatri generano.


I commenti – “Siamo perfettamente consapevoli di quanto sia necessaria e urgente una riforma complessiva del sistema dei Teatri lirici italiani – dichiara Andrea Ranieri, Assessore di Genova e delegato ANCI alla cultura – che dovrà partire proprio dalla immediata riscrittura del Contratto nazionale di lavoro, e quindi, fin da ora, i Sindaci/Presidenti danno la loro piena disponibilità a collaborare con il Ministro a un progetto che non dovrà prescindere da una gestione sempre più efficace ed efficiente dei contributi pubblici. Questo obiettivo – sottolinea – e’ perseguibile a condizione che lo Stato italiano si impegni a garantire, per il 2011 e per gli anni successivi, le risorse indispensabili alla vita di questi 13 Teatri, non certo con uno stanziamento che dagli oltre 220.000.000 di euro del 2009 si e’ ridotto a circa 120.000.000 per il 2011’’. ‘’E questo ragionamento – conclude Ranieri – e’ valido non solo per i grandi teatri lirici, ma anche per tutte le strutture e i soggetti dello Spettacolo, colpiti non solo dai tagli del Fus, ma anche delle restrizioni dei trasferimenti degli Enti Locali, che sono come e’ noto anche loro in grande difficoltà. E’ tutto un settore, strategico per il nostro Paese, una parte della sua identità culturale, che in mancanza di un intervento deciso rischia di collassare completamente”.


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