Circola da un po’ sul web uno spot pubblicitario di San Marino in cui una coppia viene inquadrata sullo sfondo dei panorami mozzafiato e delle bellezze architettoniche di San Marino. Lo slogan e’ “Innamorati di me” e, con una lungimiranza forse casuale e fortuita, l’amore e’ diventato –per San Marino– non solo l’oggetto di uno spot, ma anche un ottimo affare. Per chi non lo sapesse, infatti, in barba al divieto italiano di contrarre matrimonio con un clandestino basta andare a San Marino. Ma procediamo con ordine. Dal luglio del 2009 la persona straniera che voglia sposarsi in Italia deve dimostrare la regolarita’ del proprio soggiorno. La norma e’ contenuta nel “pacchetto sicurezza” il cui intento e’ quello di dare un “giro di vite”
all’illegalita’. Prima della modifica, se uno straniero era clandestino, sposandosi con una persona italiana avrebbe avuto automaticamente diritto ad un titolo di soggiorno, mentre se il coniuge era straniero regolarmente soggiornante avrebbe potuto chiedere il ricongiungimento familiare. Dalla modifica in poi le coppie in cui uno dei due e’ irregolare non hanno alternative all’illegalita’ e non possono sposarsi.


La scappatoia sanmarinense – Un provvedimento all’italiana, una intollerabile presunzione di “colpevolezza” che ha il sapore delle leggi razziali: si presuppone, senza possibilita’ di smentita, che il clandestino che si sposa lo faccia per ottenere il permesso di soggiorno. Se un problema esiste, quello dei matrimoni fittizi, va risolto con controlli adeguati, non gia’ con una proibizione generalizzata di sposarsi, il cui risultato e’ una gravissima ed intollerabile ingerenza dello Stato nella sfera privata della vita di un individuo, proprio su una scelta, il matrimonio, che costituisce esercizio di un diritto che l’ordinamento internazionale riconosce come fondamentale. Ma e’ tutto vero? Non proprio, una delle prime regole che uno straniero impara quando decide di vivere in Italia e’ “fatta la legge trovato l’inganno”. Un detto che calza a pennello con quanto accade quasi in casa “nostra”, a pochi passi: la Repubblica di San Marino infatti consente il matrimonio con una persona straniera o fra stranieri senza chiedere alcun documento che provi la regolarita’ del soggiorno, in barba al divieto italiano di matrimonio con persona clandestina. Una gallina dalle uova d’oro nata nel luglio 2009, con il pacchetto sicurezza italiano. Prima dell’emanazione di questa legge le coppie che si sposavano a San Marino erano una quindicina l’anno. Dopo l’approvazione sono diventate settanta. E sono continuate ad aumentare, al punto che San Marino – da buon affarista, ha alzato i prezzi. Sposarsi li’ costa fra i 300 e i 1000 euro, ma nonostante i prezzi decisamente elevati tante sono le coppie composte da un italiano e un irregolare, o tra uno straniero regolare in Italia e un clandestino, che decidono di investire questa somma in cambio di una carta di soggiorno. Evidentemente il gioco vale la candela: bastano un passaporto valido e un certificato di stato libero e atto di nascita, emessi dal Comune del Paese d’origine, tradotti e timbrati dal consolato in Italia e legalizzati dalla Prefettura. E sul web si trovano dettagliate “istruzioni per l’uso”).


La risposta dal Governo – E il governo italiano che fa? Non si arrabbia per questa imprevista apertura delle maglie della sua fitta rete di contrasto all’immigrazione clandestina? La risposta la prendiamo da un comunicato stampa della Segreteria di Stato per gli Affari Interni di San Marino: “Il Segretario di Stato per gli Affari Interni Valeria Ciavatta precisa che le autorità italiane competenti non hanno mai chiesto un confronto o inviato atti a riguardo sebbene a conoscenza della possibilità che ciò accadesse in virtù delle diverse legislazioni vigenti. Quando in Italia entrò in vigore la legge sul cosiddetto “pacchetto sicurezza”, presi io stessa l’iniziativa con il Governo italiano per far presente che: – i matrimoni fra stranieri, quando almeno uno dei nubendi è cittadino italiano, si celebrano per l’apposita convenzione bilaterale in base alla quale non possiamo rifiutare di celebrare i matrimoni quando la competente autorità italiana del luogo di residenza comunica le avvenute pubblicazioni; – la stessa autorità, ricevuti gli atti, trascrive poi l’avvenuto matrimonio nei propri registri in quanto la legge italiana n. 94 vieta la “sola”; celebrazione sul territorio italiano del matrimonio di nubendi stranieri senza regolare permesso di soggiorno, non le pubblicazioni e non la trascrizione; – ciò vale per gli altri Paesi con cui l’Italia abbia instaurato analoghi rapporti e regole.


Il commento del Ministro italiano – Lo stesso argomento, insieme ad altri, è stato affrontato in un cordialissimo incontro da me promosso ed avvenuto a Roma con il Ministro Maroni lo scorso ottobre in occasione del quale ho messo a disposizione i nostri dati ed ho informato il Ministro del quadro normativo risultante dalle leggi italiana e sammarinese e dalla convenzione bilaterale, nonché dei gravosi oneri burocratici a carico dei nostri uffici. Non abbiamo ricevuto contestazioni e neppure richieste, né prima né dopo l’incontro pur avendo dato la nostra disponibilità a valutare le esigenze del Governo italiano, per considerare le quali, siamo stati noi stessi a promuovere le iniziative dette.”


Il commento del Ministro sanmarinense – Il Segretario di Stato per gli Affari Interni di San Marino –giustamente dal canto suo– dice: se il Governo italiano, benche’ a conoscenza, non ci ha minimamente sollevato il problema, perche’ dovremmo ritenerlo noi un problema?
Gia’. E perche’ il Governo italiano non solleva il problema? Probabilmente fa i conti della serva: se la coppia puo’ permettersi il matrimonio a San Marino, evidentemente appartiene a una fascia di immigrazione tutto sommato accettabile in Italia, perche’ dimostra cosi’ di avere reddito (solitamente coppie di cui uno dei nubendi e’ italiano). Questi clandestini allora, forse sono “meno” clandestini degli altri…


Emmanuela Bertucci, legale Aduc


Firenze