Grande attesa in Toscana per l’arrivo dei saldi. Formalmente scatteranno il 6 gennaio in tutta la regione e secondo l’ufficio studi della Confesercenti, le famiglie dovrebbe spendere una media di 450 euro, che va a incidere per il 20% sul fatturato del settore. ”La flessione degli acquisti natalizi e’ stata mediamente del 7,1% – spiega in una nota Confesercenti Toscana – con punte piu’ alte in alcune citta’ della regione e particolarmente nel settore dell’abbigliamento ora in attesa anche dell’avvio della campagna dei saldi invernali”. Tra i commercianti c’e’ dunque grande attesa per i saldi che dovrebbero compensare i mancati introiti natalizi a causa del maltempo.
La crisi economica – Il primo consuntivo sui dati evidenzia come gli unici settori che hanno resistito al crollo siano stati quello dell’editoria rimasto stabile e quello dell’elettronica di consumo, che ha registrato un +1% (inferiore a quanto previsto in precedenza). Si riconfermano in negativo, invece, l’abbigliamento e le calzature (-12%); i mobili, l’arredamento e gli elettrodomestici (-15%); la profumeria e la cura della persona (-5%); Si sono salvati solo i giochi, i giocattoli e lo sport (+2%) e gli alimentari sostanzialmente stabile (-1%).
Il decalogo per comprare ai saldi – I saldi e la frenesia dell’acquisto possono spesso indurre il consumatore ad acquisti frettolosi ed errati. Per questo l’Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) ha diramato il decalogo da osservare prima, durante e dopo l’acquisto.
PRIMA DI SCEGLIERE L’ACQUISTO
1) Non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell’avvio dei saldi. Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato;
DURANTE L’ACQUISTO – PREZZI
2) Non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualita’ della merce di riferimento (dopo non si potra’ rivendicare il cambio di un prodotto perche’ il negozio a cento metri piu’ in la’ vende lo stesso ad un prezzo dimezzato);
3) non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale.
Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da se’ e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche piu’ ampie;
4) ricordarsi che prezzi tipo “49,90” euro vuole dire “50,00” e non “49,00”.
DURANTE L’ACQUISTO – PAGAMENTI
5) Le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche’ siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat. Si puo’ chiedere di usufruire di questa forma di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all’istituto di credito, che potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante.
DURANTE L’ACQUISTO – QUALITA’
6) Guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di piu’, quelli sintetici meno. La percentuale di composizione puo’ variare notevolmente e incidere sul costo finale;
7) I capi d’abbigliamento riportano l’etichetta con le modalita’ di lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di cio’ che e’ indicato:
la sua esperienza puo’ servire a prevenire spiacevoli sorprese dopo che si e’ portato il capo d’abbigliamento in lavanderia;
8) Essere pignoli. Di un capo verificare se e’ di pura lana vergine o di lana. La seconda lana puo’ essere riciclata, la prima no. Di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie;
9) diffidare dei capi d’abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o
colori: e’ molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l’occasione e quindi con un finto prezzo scontato;
DURANTE E DOPO L ‘ACQUISTO
10) Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo “la merce venduta non si cambia”: esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perche’ difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide.
Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si e’ sbagliata la taglia o si e’
semplicemente cambiato idea, e’ solo la disponibilita’ del commerciante che puo’ ovviare al problema, ma non c’e’ un diritto del consumatore.
Siena