Il capitano Gennaro Riccardi mostra una boccetta con il farmaco di Eparina durante la conferenza stampa dei carabinieri sull'l'operazione che ha portato l'arresto dell'infermiera a Livorno, 31 marzo 2016. ANSA/FRANCO SILVI

Il capitano Gennaro Riccardi mostra una boccetta con il farmaco di Eparina durante la conferenza stampa dei carabinieri sull'l'operazione che ha portato l'arresto dell'infermiera a Livorno, 31 marzo 2016. ANSA/FRANCO SILVI

«Giuro sui miei figli che sono innocente». A dirlo Fausta Bonino l’infermiera accusata di aver ucciso tredici persone nell’ospedale di Piombino rispondendo nell’interrogatorio di garanzia nel carcere Don Bosco di Pisa. Ad ascoltare la sua versione dei fatti, il Gip Antonio Pirato, il Pubblico Ministero Massimo Mannucci e, per la difesa, l’avvocato Cesarina Barghini. L’interrogatorio è durato due ore e mezzo e vi hanno partecipato anche il Procuratore Capo di Livorno, Ettore Squillace Greco. Borghini ha chiesto la conversione della misura di custodia cautelare in arresti domiciliari, per «l’incolumità personale della donna, che rischierebbe troppo a piede libero, a causa del “clamore suscitato dalla vicenda”». L’avvocato ha anche espresso la convinzione che «il vero killer sia ancora in giro».

Task force regionale per i controlli  Intanto la Regione Toscana ha istituito una task force per i controlli. «In questo momento – ha detto l’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi –  sembra che tutti i problemi dell’ospedale di Piombino siano riferibili all’infermiera, vedremo. Noi abbiamo nominato una task force a livello regionale proprio per andare a valutare non solo quello che è successo, ma soprattutto la parte amministrativa. La parte delle indagini compete alla Magistratura, ai Nas. A noi compete la parte amministrativa. Aabbiamo nominato un gruppo di lavoro gestito dal rischio clinico, composto da esperti di vario genere, proprio per esaminare fino in fondo e sotto tutti i profili quello che è successo a Piombino».