Un incontro urgente con il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani per consegnare nelle sue mani e rimettere all’attenzione del Consiglio il manifesto approvato a Volterra da 114 Sindaci in occasione della giornata dell’Orgoglio Comune. E’ quanto richiesto ed ottenuto dal Sindaco di Volterra Marco Buselli che, insieme ad una delegazione di primi cittadini, incontrerà Giani il prossimo 12 aprile.
«Ci auguriamo – spiega Marco Buselli – che il Consiglio regionale eviti di approvare risoluzioni affrettate in materia di fusioni, soprattutto senza attendere l’esito dell’incontro che il Presidente del Consiglio Giani, che ringrazio sentitamente, ci ha concesso. Sdoganare il modello “Abetone” significherebbe contraddire gli stessi principi della Costituzione italiana».
Un documento contrario alle fusioni e a favore delle autonomie locali e del mantenimento dei piccoli Comuni sui territori sottoscritto – spiegano i Sindaci – «per esprimere la netta contrarietà ai processi obbligatori di fusione che significherebbero la cancellazione di molte autonomie comunali e l’indebolimento del tessuto sociale in tante aree del paese, in particolare delle aree interne che coprono la grande maggioranza del territorio italiano. I Sindaci propongono di aprire un processo unitario costituente per la salvaguardia delle autonomie comunali, nel rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini, delle identità territoriali e finalizzato a promuovere iniziative legislative per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni».
«Vogliamo – aggiunge Buselli – mantenere l’identità dei nostri territori e far sì che i nostri figli possano continuare a vivere qua. Da Volterra nasce un movimento che è oggettivamente di popolo e chiede dignità e rispetto per una terra, l’Italia, che è fatta essenzialmente di popolo e di Comuni».
Un documento che ribadisce «il valore dell’autonomia comunale, come riconosciuto dalla Costituzione e come fondamento della democrazia italiana e il ruolo dei piccoli Comuni come erogatori di servizi fondamentali e quali contenitori di patrimonio storico, economico, civile e culturale da salvaguardare, in particolare per le future generazioni. I piccoli Comuni che rappresentano il 72 per cento dei Comuni italiani sono investiti oggi – conclude il manifesto – da politiche dirigistiche e centraliste che ne mettono in discussione la stessa sopravvivenza»