Il 1 dicembre è la giornata mondiale dedicata alla lotta e alla cura dell’AIDS, una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi. E la Provincia di Firenze fa sua questa giornata invitando giovani e anziani, omosessuali e eterosessuali a non abbassare la guardia perché l’Aids, oggi, è una malattia con cui molti devono convivere.


La diffusione – Il dato più allarmante riguarda il prolificarsi del virus dell’HIV, che si sta propagando anche in quegli strati della popolazione che si sentivano immuni, naturalmente esclusi. Se l’AIDS, nonostante gli studi, le campagne di sensibilizzazioni mondiali, gli interventi politici e mediatici, è in crescita, lo si deve principalmente al fatto che da sempre è stato considerato il marchio dell’altro, quasi un’etichetta. Invece i dati più recenti ci dicono che l’Aids non può più essere definita una malattia che colpisce i giovani, dato che l’età media della diagnosi è sempre più elevata (44 anni per gli uomini e 39 per le donne), né una malattia che colpisce le cosiddette “categorie a rischio”. Infatti se nei primi dieci anni dell’epidemia le persone a rischio maggiore erano i tossicodipendenti oggi la modalità di trasmissione più frequente è quella sessuale e specialmente quella eterosessuale”.


Il significato del 1 dicembre – “E’ necessario – prosegue Antonella Coniglio – cogliere l’occasione della giornata di domani per tornare a parlare di AIDS, specialmente tra i ragazzi, tra i quali c’è una scarsa percezione del rischio, come prova il fatto che la maggioranza delle infezioni viene scoperta in fase avanzata, spesso al momento in cui si manifesta la malattia. Le Istituzioni – conclude l’assessore – devono prima di tutto attuare una politica di prevenzione che favorisca l’inversione del trend per le nuove infezioni, e assieme alle associazioni del volontariato, promuovere corretti stili di vita tra giovani e una cultura della precauzione attraverso l’uso del profilattico e di comportamenti non a rischio, ponendo un’attenzione particolare verso quelle fasce della popolazione che vivono in condizioni più disagiate”.


I numeri – Dal 1982, quando sono stati registrati i primi casi, in Italia sono state colpite dall’Aids 63mila persone: 40mila sono decedute. La percentuale di donne con Hiv e Aids è quella più aumentata: se nel 1985 c’era un caso ogni 3,5 casi maschili, il rapporto è oggi sceso a 2,5. Nel mondo sono almeno 33 milioni le persone che hanno contratto il virus, secondo il rapporto Unaids: 2,5 milioni sono minori di 15 anni e 2,6 milioni le persone che hanno contratto il virus nel 2009 (di cui 370mila bambini), meno dei 3,1 milioni del 1999. Scendono anche i decessi: erano 2,1 milioni nel 2004 e ne sono stati registrati, indicativamente, 1,8 milioni nel 2009, tra questi 260mila minori di 15 anni. Il rapporto rivela che l’incidenza del virus è diminuita dal 2001 al 2009 del 25% in 22 Paesi subsahariani e anche in India e nel sud est asiatico. Rimane invece stabile negli Usa e nell’Europa centrale e occidentale, mentre cresce di oltre il 25% in Russia e in altre repubbliche ex sovietiche.


Siena