Scioperi e presidi. I giornalisti toscani manifestano i disagi del settore. E l’Associazione Stampa Toscana e l’Ordine dei Giornalisti della Toscana sono impegnati al loro fianco: con i colleghi di Canale 10 che rischia la chiusura e contro il provvedimento del Consiglio regionale che ha sospeso l’agenzia di informazione.


Sospensione dell’agenzia di informazione – “Un colpo di mano di inaudita gravità – sottolinea il presidente dell’Ast Paolo Ciampi – che al tempo stesso rappresenta una inattesa violazione sia delle leggi sulla stampa che delle relazioni con i sindacati e gli ordini professionali di cui la Regione Toscana si è sempre fatta giustamente un vanto. Un provvedimento scandaloso per i tempi e le procedure con cui è stato adottato, senza le forme di consultazione previste dalla legge”. “Dispiace – afferma il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli – che nessuna voce si sia levata nel consiglio anche per difendere quei principi della libertà di informazione che trovano un loro fondamento nel riconoscimento del ruolo di un direttore, i cui diritti e doveri non possono essere assolutamente equiparati a quelle di un dirigente regionale”. L’Associazione Stampa Toscana e l’Ordine dei Giornalisti della Toscana annunciano forme di mobilitazione, compresi cinque giorni di sciopero, chiedendo l’apertura di un tavolo di trattative con la Regione e i sindacati e un incontro rapido con il presidente del Consiglio Alberto Monaci (nella foto) ed il presidente della giunta Enrico Rossi.

La crisi di Canale 10 – giornalisti in strada per presidiare una storica emittente fiorentina. Ieri mattina i giornalisti di Canale 10 sono usciti dagli studi e dalla redazione per testimoniare ai fiorentini le crescenti difficoltà e sacrifici che sopportano insieme ai tecnici e agli altri dipendenti. Devono ancora percepire gli stipendi relativi ai mesi di agosto e settembre ed i buoni pasto di un intero anno. Nonostante questo, fino ad oggi, gli impiegati, i tecnici, i giornalisti di Canale 10 hanno continuato ad operare con professionalità assicurando gli spazi informativi e di approfondimento dell’emittente. Adesso, però, la situazione è sempre più insostenibile anche alla luce dell’assenza di serie prospettive produttive, editoriali e occupazionali. “Quella di Canale 10 è una situazione molto preoccupante: dopo 14 mesi di cassa integrazione non si intravede ancora uno sbocco positivo. Nutriamo forti timori – hanno detto Bartoli e Ciampi, partecipando al presidio – non solo per il posto di lavoro di molti giovani colleghi, ma anche per la sopravvivenza di una voce importante per il pluralismo in Toscana. A Comune, Provincia e Regione chiediamo un intervento risoluto per chiamare la proprietà a un confronto e ad un impegno per il rilancio dell’emittente”.