Bene il mantenimento degli impegni sugli investimenti e per il welfare, male la prevista chiusura dell’Arsia. Il giudizio della Cia Toscana – sottolinea il presidente regionale Giordano Pascucci (nella foto) – sulle proposte della regione Toscana per il bilancio 2011 è di apprezzamento per alcune opzioni di fondo, di preoccupazione per i possibili effetti dei tagli imposti dal Governo, di netto dissenso sulla scelta di azzerare il sistema di supporto all’innovazione in agricoltura.


Apprezzamento della Cia – Il presidente della Cia Toscana Pascucci sintetizza così la posizione della Cia sulle proposte presentate dal presidente della Regione Enrico Rossi al tavolo di concertazione. “L’apprezzamento – prosegue Pascucci – riguarda l’impegno al mantenimento della spesa per il welfare e per gli investimenti, lo sforzo di contenimento della spesa per la macchina regionale e gli obiettivi di recupero dell’evasione fiscale. Le preoccupazioni sono relative all’entità dei tagli che riguarderanno il settore agricolo, che potrebbero raggiungere i 29 milioni di euro, ed il settore dei trasporti locali, che rappresentano un servizio essenziale per le aree rurali. Chiediamo quindi di conoscere nel dettaglio dove questi tagli andranno a colpire, e chiediamo di essere partecipi delle scelte che saranno operate”.


Dissenso per il futuro dell’Arsia – Il netto dissenso della Cia è invece per la decisione della Regione Toscana di inserire nella finanziaria la soppressione dell’Agenzia per l’innovazione in agricoltura, l’Arsia, a partire dal 1 gennaio prossimo.  “Una decisione grave – afferma Pascucci – sia nel metodo in quanto assunta senza alcun confronto con il mondo agricolo; sia nel merito perché si azzera il sistema di promozione dell’innovazione esistente, senza fornire nessuna indicazione di come sarà riorganizzato il sistema per il futuro”. L’agricoltura toscana, secondo la Cia, può superare la crisi solo puntando sull’innovazione, e la Regione Toscana non può far mancare il proprio sostegno ed il proprio impegno strategico proprio in questa direzione. La Cia Toscana sottolinea inoltre come nel documento preliminare la bilancio 2011, approvato dal Consiglio regionale, l’Arsia sia l’unico ente di cui si stabilisce la data di soppressione. Una decisione che non ha nulla a che vedere con il percorso di riordino, aggregazione e razionalizzazione  che era stato prefigurato e sul quale, anche da parte della Cia, era stata manifestata la massima disponibilità al confronto.


Agricoltura senza punto di riferimento – “Siamo di fronte ad una esplicita volontà di smantellamento – afferma Marco Failoni, responsabile sviluppo e territorio della Cia regionale –, non vediamo alcuna volontà costruttiva, né alcuna idea su come riordinare l’attività di trasferimento dell’innovazione. L’agricoltura toscana dal prossimo 1 gennaio e per un tempo indefinito rischia di trovarsi priva di qualsiasi riferimento nel campo del supporto all’innovazione. E questo nel momento in cui sarebbe invece necessario rafforzare i servizi allo sviluppo e la capacità del sistema toscano di promuovere il trasferimento dell’innovazione. Il settore agricolo – prosegue Failoni – in passato è riuscito in Toscana a superare le fasi più critiche grazie al coraggio dell’innovazione ed alle politiche che hanno promosso la conoscenza, il supporto tecnico-scientifico al sistema delle imprese, la crescita professionale degli imprenditori. L’Arsia ha rappresentato in questi anni uno snodo fondamentale dell’attuazione di queste politiche, il cui livello di eccellenza è universalmente riconosciuto. I percorsi virtuosi realizzati dall’agricoltura toscana – conclude Failoni – sui prodotti tipici, le agri-energie, l’agricoltura sociale, la multifunzionalità, l’agricoltura sostenibile ed Ogm free, non sarebbero stati immaginabili senza la presenza di uno strumento specialistico come l’Arsia. Un sistema di promozione dell’innovazione in agricoltura resta essenziale per affrontare le nuove sfide e rilanciare il settore. Occorre al contempo valorizzare le migliori esperienze e competenze del sistema, operando in un quadro di necessaria e significativa riduzione dei costi. Secondo noi questo è possibile, oltre che necessario”.


Tavolo di confronto – La Cia chiede pertanto che, da subito, si apra una discussione ed un confronto vero. “Entriamo nel merito, – aggiunge Giordano Pascucci –  discutiamo del futuro, indicando con coraggio gli elementi di continuità e discontinuità necessari a riordinare il sistema di promozione e trasferimento dell’innovazione. Partendo però dalla consapevolezza che nessuna prospettiva positiva può essere costruita sulle macerie. È dall’inizio di agosto – rivela Pascucci – che chiediamo inutilmente a Rossi e Salvadori un confronto su questo tema – non possiamo consentire che su questioni di tale rilievo si decida sulla testa delle imprese. Mentre il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (il DPEF) regionale individua nell’innovazione una delle leve principali del rilancio economico, per l’agricoltura si assumono decisioni che vanno esattamente nella direzione opposta. Per questo – conclude Pascucci – diciamo alla Regione Toscana: fermiamoci un attimo, riflettiamo insieme, riprendiamo il filo della concertazione, convocando immediatamente il tavolo specifico proposto dall’assessore Nencini al termine del tavolo generale. Noi come sempre – conclude Pascucci – siamo aperti al confronto e pronti a mettere a disposizione di tutti le nostre idee; lo faremo con spirito costruttivo nel confronto con la Regione Toscana, lo faremo nel convegno specifico che come Cia Toscana svolgeremo il prossimo 28 Ottobre; avendo come unico obiettivo quello della tutela degli interessi e delle prospettive dell’agricoltura”.


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