Tradizione rurale e innovazione: la via Emilia una storia italiana. E’ questo il titolo del XIII Congresso nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali – presentato oggi a Roma – che si terrà in Emilia Romagna dal 22 al 25 settembre, organizzato dal Conaf. Sarà ripercorso uno spaccato della storia dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano che nel corso dei decenni si è sviluppato lungo la via Emilia, ma non solo. Sarà soprattutto l’occasione per tracciare un aggiornamento puntuale e dettagliato sullo stato attuale di una categoria al centro della società civile italiana, che conta 21.310 iscritti fra dottori agronomi e dottori forestali, che ogni giorno operano in tutta Italia.


Obiettivi – “Prosegue con il Congresso in Emilia Romagna il progetto Paese lanciato dal Conaf un anno fa – sottolinea Andrea Sisti (nella foto), presidente del Consiglio dell’ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali – e lo farà nei quattro giorni di lavori ed eventi congressuali, partendo da una considerazione, quella che la nostra categoria sta velocemente acquisendo la consapevolezza della sua centralità nella società italiana. Siamo una professione dinamica ed innovativa, al centro dell’attualità e delle sfide dell’ambiente, agricoltura, territorio e professioni. Siamo pronti a dare il nostro contributo e prendersi le responsabilità che ci spettano”.


I temi – Durante il congresso saranno approfonditi temi di estrema attualità come la riforma delle professioni; della qualità e sicurezza agroalimentare e dei cambiamenti della politica comunitaria oltre il 2013. Inoltre quattro sessioni di lavoro saranno dedicate ai processi di valutazione ambientale e biodiversità; dell’uso sostenibile degli agrofarmaci; del governo del territorio e delle prospettive dello sviluppo rurale. Non mancheranno eventi con ospiti nazionali ed istituzionali, esperti delle diverse tematiche toccate dal congresso, momenti dedicati alla valorizzazione della professione e alla scoperta delle eccellenze agroalimentari regionali. 


Modello Emilia – E’ la prima volta nella storia del Consiglio nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali che il Congresso si tiene in Emilia Romagna: la via Emilia è l’esempio di come una realtà possa essere influenzata dalle dinamiche internazionali e come le realtà locali possano condizionare la globalizzazione. Lungo questa direttrice si è sviluppata l’agricoltura moderna con le sue contraddizioni, ma anche con la sua forza: “Il modello produttivistico utilizzato nei paesi occidentali connesso con la qualità italiana – aggiunge il presidente Sisti – ha in questo contesto un espressione davvero rilevante. In questa direttrice, troviamo le più alte espressioni della qualità agroalimentare italiana ed al tempo stesso le criticità determinate dal consumo di suolo, dalla forte concentrazione dell’urbano, ma anche dei siti  produttivi agroindustriali e la relativa semplificazione dei modelli produttivi agricoli”.“Il Congresso sarà, un momento di alta discussione per tutti gli agronomi e forestali oltre che di alto confronto con gli altri attori del mondo agrario, rurale e professionale – afferma il presidente della Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali Emilia Romagna Claudio Piva -. Come Federazione Emilia, speriamo di ottenere riscontri positivi sia nei confronti dei giovani colleghi, per i quali vi sono ancora spazi disponibili per la libera professione ma anche in termini di positivi rapporti con gli Enti territoriali, mantenendoci nel solco ideale già iniziato a Reggio Calabria l’anno scorso”. Tema attuale proprio nell’anno mondiale della biodiversità: alcuni dati, il 65% delle calorie mondiali è soddisfatto da tre specie vegetali (grano, mais e riso), il 35% da altre 15 specie vegetali. La deruralizzazione delle campagne segue lo schema produttivistico e cioè quello delle concentrazioni urbane, milioni di persone oltre che migrare da un continente ad un altro migrano dalla campagna alla città, uno schema che ormai si ripete da alcuni secoli, negli ultimi cinquanta anni è esploso. Fra i problemi per il futuro la riduzione delle superfici coltivate, la difficoltà della produzione agricola a mantenere livelli di reddito agli agricoltori e contestualmente soddisfare le esigenze delle concentrazioni urbane, gli sprechi alimentari e allo stesso tempo garantire la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente, la necessità di produrre ed al tempo stesso la necessità di mantenere una larga base genetica per “resistere” al futuro. “Si tratta di temi variamente discussi – conclude il presidente Conaf Andrea Sisti -, forse in una sola direzione, una sola angolatura. E’ per questo che come dottori agronomi e dottori forestali vogliamo far conoscere il nostro punto di vista, insieme a tante altre esperienze che nei giorni del congresso e nei workshop di preparazione ci hanno visto dibattere, perché pensare al futuro oggi è qualcosa di raro e necessario”.


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