“Badante di quartiere” in arrivo a Siena. Dal 1 settembre, partirà il progetto promosso dalla Cooperativa sociale terra di Siena. La sperimentazione è rivolta ad anziani ultra sessantacinquenni con problemi di autosufficienza, la “Badante di quartiere” è un programma studiato per sostenere le famiglie che hanno bisogno di assistenza socio-sanitaria. I servizi offerti saranno realizzati con tariffe agevolate, che saranno determinate in base a diversi scaglioni di reddito per venire in contro a tutte le necessità.
Mutualità e solidarietà – “Un progetto, che riesce ad affiancarsi al servizio pubblico offrendo un’alternativa valida e qualificata – sottolinea il direttore di Confcooperative Siena Mario Marchi – reso possibile grazie alla sensibilità e all’attenzione della Fondazione MPS verso l’operato quotidiano delle cooperative sociali senesi”.Mutualità e solidarietà s’incontrano nel servizio “Badante di quartiere”. “Il progetto – come spiega Elisa Tonini, presidente della Cooperativa sociale terra di Siena – da un lato sostiene gli anziani non autosufficienti che hanno bisogno di assistenza domiciliare e dall’altro crea posti di lavoro a badanti in regola e professionalmente preparate a rispondere alle esigenze di persone bisognose. In particolare in questo servizio trovano impiego le badanti che non riuscendo a entrare nelle graduatorie di accompagnamento rimangono spesso in condizioni di disagio e ai margini della società”.
Il ruolo di Confcooperative Siena – L’attenzione al terzo settore di Confcooperative Siena consente di perseguire scopi sociali, economici e assistenziali, aiutando la persona in tutte le sue espressioni, attività sempre più importante nella provincia di Siena, in Toscana infatti, è il senese che registra il maggior numero di anziani. Nel 2006 la percentuale di over 65 superava il 25%, contro il 22% della media regionale. Proprio per far fronte all’invecchiamento della popolazione e ai bisogni che ne derivano, la Provincia di Siena ha fatto proprie le linee guida indicate dalla Regione Toscana, pianificando interventi tesi a limitare l’ospedalizzazione e a mantenere la persona all’interno del proprio ambiente, riorganizzando il percorso assistenziale e potenziando i servizi di assistenza domiciliare.
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