In Italia, e non solo, le donazioni di sangue sono sempre meno e il bisogno di sangue delle strutture sanitarie è sempre più difficile da soddisfare. Lo scrive l’Ipasvi Firenze in una nota dove aggiunge: «Questo dipende soprattutto dall’incremento dell’età della popolazione e il conseguente aumento delle patologie che vengono affrontate con interventi chirurgici, la diminuzione dei donatori, dovuta al turn-over sproporzionato fra anziani e giovani, alla generale disaffezione alla donazione e per gli screening sempre più severi che riducono il numero di aspiranti donatori». Per questo, l’ente di diritto pubblico che tutela i cittadini e i professionisti (infermieri, assistenti sanitari e vigilatrici d’infanzia) ritiene importante far passare il messaggio che il sangue «rappresenta una risorsa insostituibile nella terapia di molte malattie e che la sua disponibilità dipende esclusivamente dai donatori di sangue ed emocomponenti: non esistendo infatti nessuna alternativa alla donazione, i donatori di sangue rappresentano un’importante risorsa per la società, ed è grazie ad essi che ogni giorno possono essere salvate vite umane».
L’appello e l’indagine «È fondamentale che ciascuno di noi – proseguono dal collegio Ipasvi di Firenze – nella sua quotidianità si impegni a diffondere questo messaggio e sia in prima linea nella campagna a favore della donazione». Come spiega l’indagine «Quali ostacoli alla donazione di sangue ed emocomponenti?» curata dalle infermiere Francesca Maiorano, Mara Fadanelli e Suria Vezzani (leggi), ad aver bisogno di sangue sono soprattutto le persone sottoposte a interventi effettuati in chirurgia programmata e d’urgenza, ma anche i pazienti affetti da malattie che richiedono regolari trasfusioni (leucemici, oncologici, talassemici, aplastici e emofilici). L’indagine ha anche dato voce alle opinioni di chi non dona sangue ed emocomponenti, con l’obiettivo di individuare le motivazioni che allontanano dalla donazione e le possibili soluzioni. Dall’indagine è emerso che il principale ostacolo alla donazione è la pigrizia, ovvero la mancata voglia o il mancato tempo, a cui si aggiungono la mancanza di informazionee comunicazione sull’argomento, l’inadeguatezza delle strutture e del personale o esperienze di servizio negative, la paura e i blocchi emotivi. Tra le possibili soluzioni, la più quotata è l’incremento delle campagne informative, per ottenere maggiori indicazioni e notizie che motivino le persone facendo capire la necessità e l’importanza di donare sangue ed emocomponenti.