A San Gimignano hanno fatto discutere in questi giorni gli articoli polemici pubblicati dalla stampa estera. Lo stesso sindaco della città, patrimonio mondiale dell’Unesco, Giacomo Bassi, è dovuto intervenire proponendo, intelligentemente, una riflessione più ampia sul consumo turistico di un territorio delicato come il suo, e come tanti altri in Toscana.
Ogni estate, del resto, i giornalisti d’oltralpe, francesi, tedeschi o inglesi che siano, si dividono tra favorevoli e contrari alle vacanze made in Tuscany; tra chi loda e apprezza le nostre coste, l’ambiente, i vini, l’arte e la cultura, e chi critica i prezzi eccessivamente cari, gli scarsi servizi, la poca cortesia.
Sempre in questi stessi giorni a Castelnuovo Berardenga si è consumata la cerimonia da favola tra un calciatore e una modella (versione moderna del principe e della principessa), con un paese bloccato dall’arrivo di centinaia di ospiti vip e invitati provenienti da mezza europa, per veder passare la sposa in bianco portata da una carrozza trainata da quattro destrieri, bianchi anch’essi.
Un attento osservatore dalle colonne de La Nazione, il giornalista Romano Francardelli, osserva come proprio a San Gimignano il turismo sia decaduto in qualità negli ultimi anni: “è un turismo degradato – scrive – , confuso. Arriva in centro e non sa cosa vedere e dove andare. Cosa comprare. Sembra uscito dalla spiaggia: mezzi nudi, in ciabatte o scalzi e spesso a dorso nudo”.
Insomma, ne emerge un quadro non proprio idilliaco di un turismo che nell’offerta, forse, ma anche nella domanda non è un granchè. Sarà forse colpa di questi tempi globali ed eccessivamente “pop” ma si ha come l’impressione che la gente venga, veda, ma quasi mai si renda conta di dov’è e perchè si trova in Toscana. Del resto i due sposini da favola (Wesley Sneijder e Yolanthe Cabau Van Kasbergen) hanno ammesso di aver scelto Castelnuovo e il nostro Chianti tra una decina di ipotesi nel mondo proposte dalla loro agenzia. Come quei turisti che arrivano a San Gimignano senza nemmeno chiedersi il perchè. E quei giapponesi che, anni addietro, capitavano in piazza del Campo il 2 luglio o il 16 agosto senza spiegarsi il motivo di tanta gente e tensione.
Senz’altro i servizi turistici offerti devono sempre essere all’altezza di un mercato sempre più esigente e globale. Ma anche i turisti sarebbe bene che fossero un po’ più motivati a venire in queste terre che sono preziose e delicate; e che se si sono conservate così bene nei secoli è grazie al lavoro degli uomini che le hanno sempre amate e rispettate. Dunque, come si direbbe negli annunci, astenersi perditempo.