L’Ordine dei giornalisti della Toscana aderisce alla giornata del silenzio del 9 luglio e invita tutti i colleghi delle redazioni toscane, nei giornali, radio, televisioni, testate on line, e negli uffici stampa, a partecipare ad una “rumorosa” giornata del silenzio.
“Lo sciopero dei giornalisti – ricorda il presidente dell’Ordine toscano, Carlo Bartoli – è in favore del diritto all’informazione, che deve essere sempre garantito in una società civile e democratica e che per sua natura è libera e plurale, corretta e completa. Lo sciopero dei giornalisti non è uno sciopero a difesa della categoria ma a tutela del diritto di ogni cittadino ad essere informato su quello che succede nella sua città, nella sua Regione, nel suo Paese”.
Lo sciopero dei giornalisti, infine, non è contro il governo Berlusconi ma contro chiunque intenda, ora o in futuro, limitare la libertà di stampa, con la minaccia di pesanti sanzioni. Come previsto dal disegno di legge approvato il 4 giugno scorso al Senato che deve essere ritirato.
La Toscana conobbe la prima legge sulla libertà di stampa già dal 1847, sotto il Granduca Leopoldo II, e noi oggi, aderendo allo sciopero, intendiamo collegarci idealmente ad un’epoca che segnò l’inizio di una nuova stagione che portò all’Unità d’Italia, di cui proprio quest’anno si festeggia il 150° anno.
Un paese moderno deve affrontare il futuro senza timori e non ha bisogno di limitare la stampa. Al contrario, se questa è libera e non gravata da minacce di ritorsioni o bavagli diviene strumento per informare l’opinione pubblica, formare una nuova classe dirigente e creare le condizioni per continuare ad essere, anche in futuro, “la preghiera del mattino dell’uomo moderno”, come amava dire il filosofo tedesco Hegel. Noi sappiamo bene che l’opinione pubblica la pensa come noi, adesso deve convincersene anche il Parlamento.
Firenze,