Scoperta nella città del Palio un’agenzia di scommesse irregolari sulle corse dei cavalli. Denunciate sette persone per associazione a delinquere finalizzata alla frode in competizioni sportive ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria e recuperati 600 mila euro. A capo dell’associazione criminale dedita alla raccolta illegale di scommesse sulle corse dei cavalli c’era un senese esperto del settore che si è avvalso della collaborazione di altri 4 concittadini, nonché di un pratese ed un grossetano.  E’ il bilancio di un indagine durata oltre due anni, condotta dal Nucleo di polizia tributaria di Siena e coordinata dalla locale Procura della Repubblica. La vicenda trae origine da diverse segnalazioni  inoltrate dal sistema bancario per operazioni finanziarie in odore di riciclaggio di denaro sporco. Partendo da queste informazioni le Fiamme Gialle hanno subito sviluppato approfondimenti bancari e sviluppati altri riscontri investigativi nei confronti di un noto scommettitore senese, già in passato balzato alle cronache per analoghe vicende legate al mondo delle scommesse sui cavalli da corsa.


L’indagine – L’analisi della posizione economica dell’allibratore senese ha attirato l’attenzione degli investigatori sulla sua anomala operatività finanziaria. Infatti, spulciando i suoi conti correnti gli investigatori hanno portato alla luce cospicui movimenti di denaro da e verso l’estero, ovvero frequenti transazioni di fondi privi di una concreta giustificazione economica e comunque non in linea con le dichiarazioni dei redditi presentate. Lo sviluppo degli ulteriori accertamenti svolti in maniera capillare e minuziosa, anche attraverso intercettazioni telefoniche, perquisizioni ed ascolto di numerosi testimoni, nonché riunioni tecniche con personale dell’A.A.M.S., ha condotto i finanzieri sulla pista dei circuiti di scommesse, anche a livello internazionale, operate attraverso i canali informatici. Nel corso delle perquisizioni è stata, così, rinvenuta una vera e propria agenzia clandestina con tanto di locale attrezzato con postazioni informatiche di ultima generazione con accesso ad internet e decoder TV, che consentivano il collegamento a network televisivi specializzati. Il tutto in barba all’autorità pubblica. Gli sforzi investigativi profusi dai finanzieri hanno consentito, in sintesi, di appurare che l’organizzazione si prodigava nella raccolta delle “puntate” presso gli scommettitori interessati al gioco d’azzardo, per poi canalizzarle, introducendosi illegalmente sul sito internet di una famosa società di scommesse inglese, sulle corse dei cavalli e su altri avvenimenti sportivi (calcio, basket, motociclismo, etc.) esercitando in maniera abusiva la raccolta di scommesse che, come noto, è prerogativa dei concessionari appositamente autorizzati dallo Stato. Il sito in questione risulta, infatti, tra quelli oscurati in Italia, per effetto del Decreto del Direttore Generale di A.A.M.S. del 02.01.2007, a causa della mancanza delle autorizzazioni necessarie ad operare la raccolta di scommesse.


Esperti informatici coinvolti – Dalle indagini è, inoltre, emerso che i soggetti coinvolti si avvalevano della consulenza di esperti nel campo informatico in possesso delle credenziali di gioco necessarie per consentire agli scommettitori di accedere al portale internet, al fine di ottimizzare le applicazioni dedicate alle scommesse via internet, così da limitare le perdite e rendere più performanti le metodologie di gioco.


Le scommesse – In un solo giorno si arrivava a scommettere anche 10 – 15 mila euro. Interessante anche uno stratagemma adottato per vincere furbescamente: utilizzando un personal computer portatile collegato al sito, alcuni componenti dell’associazione presenti in un albergo con vista sull’ippodromo di Wolverhampton, una cittadina inglese nei pressi di Birmingham, sfruttando così a loro vantaggio lo scarto temporale esistente rispetto al collegamento via satellite, poco prima che i cavalli in gara arrivassero al traguardo, riuscivano a scommettere, sempre tramite il loro account italiano, sui cavalli in vantaggio. Le vincite erano così garantite.C’è da precisare che la società inglese avrebbe potuto operare sul territorio italiano, solo dopo aver ottenuto la prevista autorizzazione ed osservando le prescrizioni dei Monopoli di Stato, come accade per gli altri operatori  (Lottomatica, Snai, ecc.),  “lanciando” quindi scommesse con l’indicazione di una quota ed utilizzando il sistema del “totalizzatore” che tiene conto del volume delle puntate registrate su un determinato evento o risultato.Ciò avrebbe consentito, oltre alla regolarità delle scommesse, l’assoggettamento a tassazione ed il relativo pagamento delle imposte con evidenti introiti per le casse dell’Erario. E su questo punto le Fiamme Gialle hanno soffermato ancora la loro attenzione. Infatti, a conclusione dell’operazione, i finanzieri hanno approfondito anche il profilo tributario connesso ai guadagni accumulati e mai tassati. Per fare ciò hanno avviato una verifica fiscale sui dati ed elementi emersi nel corso dell’indagine penale, ricostruendo tutti i volumi di affari per poi applicare la normativa sulla tassazione dei proventi illeciti. Ed è così che nei confronti del “titolare” dell’agenzia di scommesse abusiva, risultato referente diretto (master account) della società inglese, si è abbattuta anche la scure del fisco. L’imposta è stata applicata su un importo  pari a circa 600mila euro, cifra che rappresenta l’ammontare complessivo dei ricavi derivanti dalle vincite nelle scommesse, puntualmente ricostruite dai militari, e dalle provvigioni percepite dalla società britannica, riferite agli anni 2007 e 2008. Vista l’entità delle somme sottratte all’erario il responsabile è stato anche denunciato per la commissione di reati tributari.


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