No ad un facile revisionismo sul Risorgimento, sì ad un federalismo inteso come “visione del futuro del Paese” ed articolazione dello Stato che è e deve rimanere unitario. Lo ha detto questa mattina a Roma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenuto al convegno “Nazione e Stato. L’Italia di Ricasoli e di De Gasperi“, alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.


Dall’unità alle infrastrutture, un’impresa grandiosa – “L’impresa compiuta dalla generazione dei Ricasoli, Cavour e di tutti coloro che realizzarono l’unita’ d’Italia – ha detto Fini – fu un’impresa grandiosa nella storia italiana ed europea. E la consapevolezza dei problemi storici del nostro Paese non deve in alcun modo fornire il pretesto per revisionismi antirisorgimentali fuorvianti e anacronistici”. Si aggiunga, poi, ha detto, che la classe dirigente dell’epoca dette prova di grandi capacità politiche, realizzando in poco tempo, l’unificazione normativa e amministrativa del Paese; avviando le prime grandi infrastrutture ferroviarie; definendo un sistema scolastico e universitario comune; consolidando la presenza dell’Italia nel concerto degli Stati europei”.

Una generazione modello di onestà – “Quella generazione – ha concluso Fini – fu poi modello di onestà, integrità morale, dedizione alla cosa pubblica. I valori fecondi che la generazione di Bettino Ricasoli trasmise alle successive generazioni di italiani sono i valori dello stretto binomio tra unità nazionale e libertà civile, tra progresso economico e rigore morale, tra identità culturale e laicità dello Stato. Sono i valori di una sovranità nazionale che persegue una via di affermazione non contro ma in armonia con la civiltà dell’Europa liberale”.


Il convegno era organizzato dal comitato per il bicentenario della nascita di Bettino Ricasoli che dallo scorso anno è promotore di iniziative tese alla riscoperta e valorizzazione della figura dello statista toscano, nato a Firenze nel 1808, che nel 1861 divenne il primo presidente del Consiglio alla improvviso morte di Cavour. Su Ricasoli è recentemente uscito per i tipi della Mauro Pagliai Editore il volume “Siamo onesti! Il barone che volle l’Unità d’Italia” che nel tratteggiare la sua figura ricorda una delle sue più celebri esclamazioni.