I dati Istat del quarto trimestre 2009, riferiti all’occupazione femminile in Toscana, evidenziano un tasso di disoccupazione pari all’8,7%. La situazione economica è leggermente migliorata quindi, ma è d’obbligo ricordare che prima della battuta d’arresto provocata dall’abbattimento della crisi economica sulla Toscana, la presenza femminile nelle aziende di medio grandi dimensioni (sopra i 100 dipendenti) era migliore. Il tasso di occupazione femminile nel 2009 è calato dal 55,4% del 2008 al 54,6%. Il Rapporto stilato dalla Consiliera di Parità, fotografa un utile spaccato del trend di genere su 441 grandi aziende con un complessivo 44,4% di addette femminili. Le donne sono quasi il 52% nella fascia impiegatizia ma poche le dirigenti, 27,5% che diventa 11,4%, se si esclude la sanità, dove le donne sono tradizionalmente presenti. Nonostante un aumento dell’occupazione femminile, elemento determinante nella generale crescita occupazionale, l’organizzazione del lavoro rimane maschile.


Le carenze – Le questioni che maggiormente vengono portate all’attenzione dei Comitati provinciali di opportunità riguardano la conciliazione dei tempi vita lavoro, la flessibilità dell’orario e le penalizzazioni professionali dopo un congedo. Dal rapporto continua ad emergere la frequenza con la quale, una donna che torna dalla maternità e non trovare più la sua scrivania. Uno degli ultimi atti della Giunta Martini è stato uno stanziamento di 13 milioni per le politiche del lavoro, con una parte rilevante destinata a incentivi del 20% alle aziende che assumono donne. Se è vero che la Toscana è una delle prime regioni nei servizi per l’infanzia, è altrettanto vero che la situazione non è ancora rosea.  “Ho ribadito l’esigenza di rafforzare lo strumento del patto per l’occupazione femminile che abbiamo messo in piedi 3 anni fa – dichiara Gianfranco Simoncini, assessore regionale al lavoro e attività produttive, che aggiunge – dobbiamo mettere mano sulla legge dell’imprenditoria femminile che il Governo da 3 anni non rifinanzia. Credo la Regione toscana dovrebbe intervenirte, tra l’altro i dati ci dicono che l’impresa femminile è quella che ha retto meglio alla crisi”.


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