Le Fondazioni liriche proclamano lo sciopero ad oltranza e l’occupazione dei teatri. E’ la conseguenza della firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, questa mattina, ha emanato il decreto legge recante ”Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e di attivita’ culturali” nel testo definitivo trasmesso ieri dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una firma che era nell’aria e che nei giorni scorsi ha portato i lavoratori del Maggio Musicale Fiorentino a sfilare per protesta per le vie di Firenze “armati” di strumenti musicali e musica alla vigilia dell’inaugurazione della 73esima edizione del  Festival più antico d’Italia. Centinaia di lavoratori del Teatro (nella foto) hanno sfilato contro il decreto che peggiora le condizioni di lavoro e potrebbe addirittura non mettere il Maggio nel rango delle “eccellenze” come la Scala e il Santa Cecilia. La notizia positiva è che al momento il Maggio non sarebbe stato declassato come ha annunciato da senatore Andrea Marcucci (Pd), segretario della commissione cultura a Palazzo Madama.


Scioperi – Il ministro dei Beni culturali ha già convocato il 6 maggio al ministero i segretari nazionali delle rappresentanze sindacali dei lavoratori dello Spettacolo dal Vivo. Le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Fials-Cisal, intanto, preso atto della firma del presidente della Repubblica hanno confermato le indicazioni espresse dal coordinamento nazionale del 19 aprile “e quindi l’attivazione degli scioperi a partire dalle prime rappresentazioni nei teatri”. Dunque, alla prima rappresentazione partiranno scioperi a oltranza.Intanto la Cgil annuncia che se la riforma delle fondazioni liriche approvata dal Consiglio dei ministri toccherà “prerogative delle parti sociali” come la contrattazione, il blocco del turn over o la riduzione del 50% del trattamento economico aggiuntivo la reazione sarà durissima. “La nostra risposta – ha detto Silvano Conti, coordinatore nazionale Cultura Cgil – arriverà alle forme più estreme fino all’occupazione dei teatri”. E proprio stasera porte chiuse all’Opera di Roma, dove era in programma il Don Chisciotte. Secondo indiscrezioni, allo sciopero di questa sera del Teatro dell’Opera, potrebbe seguire, domenica, quello della Accademia di Santa Cecilia. Sciopero a oltranza anche a Bologna, dove salterà la prima della Carmen l’11 maggio. Niente prima anche per l’Oro del Reno, 13 maggio, alla Scala di Milano.


Le reazioni a Firenze –“Un primo risultato e’ stato raggiunto. Nel decreto sulla lirica firmato dal presidente Napolitano, il Maggio Musicale Fiorentino non risulta declassato. La partita decisiva sulla Fondazione si giochera’ in sede di conversione in legge del testo del governo”. Lo ha dichiarato il senatore Andrea Marcucci (Pd), segretario della commissione cultura a Palazzo Madama, al termine dell’incontro convocato dal sindaco di Firenze con i parlamentare di tutti gli schieramenti. “Un’iniziativa opportuna quella di Matteo Renzi, che ci consentira’ nelle prossime settimane di difendere a Roma le buone ragioni del Maggio Musicale. Come sottosegretario ai beni culturali del governo Prodi ho contribuito ad inserire il Parco della Musica di Firenze tra le opere piu’ importanti della celebrazione dell’Unita’ d’Italia. L’auditorium – ha aggiunto Marcucci – rappresenta una straordinaria opportunita’ per la cultura musicale di Firenze e della Toscana. E’ un’opera impegnativa anche per il finanziamento dello Stato, sarebbe davvero assurdo inaugurarla e nel contempo declassare il Festival piu’ antico e piu’ celebre”. ”Con la nuova struttura, sara’ certamente piu’ facile aumentare le serate di concerto ed anche attirare sponsor privati- ha concluso il senatore democratico- nel frattempo il governo dovra’ mettere l’istituzioni nelle condizioni di poter lavorare. Questa e’ la nostra principale richiesta al ministro Bondi, nella discussione in Parlamento faremo di tutto affinche’ il Maggio Musicale resti ai vertici della serie A, posizione che gli compete per storia e qualita’ delle produzioni”.“Le decisioni del capo dello stato non devono essere commentate”, ha detto il sovrintendente al Maggio Musicale Fiorentino, Francesco Giambrone. Ma secondo il neo assessore alla cultura della Regione, Toscana Cristina Scaletti, “una distinzione tra teatri di qualità e non di qualità, con chiare ricadute sulla soppressione di alcuni, rappresenta un crimine. Specie se questo dovesse riguardare il Maggio”.


Il decreto – I rilevi di Napolitano riguardano essenzialmente l’articolo 3 del decreto legge che concerne le autonomie delle fondazioni liriche e l’Imaie, l’istituto mutualistico degli artisti. Il ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi, considera questa decreto come “primo passo di un percorso che porterà a una gestione più efficiente ed efficace di queste importanti istituzioni culturali, razionalizzandone le spese e favorendo, oltre alla produttività del settore, la crescita qualitativa delle produzioni”. Bondi ha sottolineato che il suo obiettivo è quello di “riordinare l’intero settore – dopo il sostanziale fallimento della precedente riforma del 1996 – prevedendo, finalmente, la razionalizzazione dell’organizzazione e del funzionamento delle fondazioni liriche, l’incentivazione dell’apporto di capitali privati e la possibilità di riconoscere diversi gradi di autonomia delle fondazioni a partire dal Teatro alla Scala di Milano e dall’Accademia nazionale di Santa Cecilia”.


Età pensionabile – L’età per andare in pensione scatta a 45 anni. Il decreto legge, infatti “fissa l’età pensionabile di ballerini e tersicorei a quarantacinque anni di età, in linea con gli altri Paesi europei”. La necessità e l’urgenza della riforma, sottolinea il comunicato finale di palazzo Chigi , “è resa non più procrastinabile dalla difficile situazione in cui versano molte delle quattordici fondazioni liriche del nostro Paese, il Comunale di Bologna, il Maggio Musicale Fiorentino, il Carlo Felice di Genova, la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, l’Opera di Roma, il Regio di Torino, il Verdi di Trieste, la Fenice di Venezia, l’Arena di Verona, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il Lirico di Cagliari ed il Petruzzelli di Bari, dovuta alle consistenti spese di funzionalità e in particolare alle spese per il personale,circa 5.500 unità, che assorbono il 70% del finanziamento pubblico”.


Novità per i lavoratori – Il contratto collettivo nazionale di lavoro, in attesa di rinnovo da anni, sarà sottoscritto con le associazioni sindacali maggiormente rappresentative anche attraverso l’Aran, per poi essere sottoposto al controllo della Corte dei conti. All’approvazione del nuovo contratto collettivo nazionale sono subordinati i rinnovi dei contratti integrativi aziendali del personale di ogni singola Fondazione, per evitare distorsioni. Il provvedimento attribuisce carattere di esclusività al rapporto di lavoro dei dipendenti delle Fondazioni liriche, che potranno svolgere attività autonome solo nei limiti e con le modalità previsti dal nuovo contratto collettivo di lavoro. Arrivano disposizioni rigorose sul turn over dei dipendenti e misure nuove per le assunzioni e per la tipologia dei contratti di lavoro utilizzabili nonché in tema di trasparenza nelle graduatorie di accesso al lavoro. Il ministro, poi, rideterminerà i criteri selettivi di assegnazione e di liquidazione dei contributi alle attività di spettacolo dal vivo, tenendo conto della quantità e della qualità della produzione svolta dalle singole istituzioni, della loro regolarità gestionale e del successo di pubblico.


Sdan – Siena