Enrico Rossi è stato di parola. Aveva detto cinque uomini e cinque donne e così è stato. E oggi, durante la prima seduta del Consiglio Regionale, a quasi un mese dalle elezioni, ha reso nota la squadra con cui intende governare la Toscana nei prossimi cinque anni. Tra i nomi scelti da presidente Rossi non sono però mancate le sorprese. E, da ieri, sono anche iniziati i primi mugugni trai partiti e alcuni territori che si considerano penalizzati nell’esecutivo regionale. Abbastanza clamorosa la polemica del sindaco di Arezzo Fanfani che ha stigmatizzato la scelta di Rossi di non inserire l’ex presidente della Provincia aretina Vincenzo Ceccarelli.


La nuova giunta – Vicepresidente e’ stata confermata, come da annuncio in campagna elettorale, l’imprenditrice Stella Targetti con delega a scuola, universita’ e ricerca. Alla docente universitaria Anna Marson, in quota Idv, gia’ assessore della Provincia di Venezia alla fine degli anni Novanta, va invece l’urbanistica e la pianificazione del territorio. Sempre in quota Idv Cristina Scaletti ottiene la cultura e il turismo. Mentre il confermato Gianfranco Simoncini (Pd), gia’ assessore al lavoro e formazione nella giunta Martini, mantiene la stessa delega spuntando anche le attivita’ produttive. Confermato anche Gianni Salvadori (Pd) che dalle politiche sociali passa all’agricoltura. L’ex presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini (Psi) ottiene invece il bilancio e i rapporti istituzionali, mentre a Salvatore Allocca (Federazione della Sinistra – Verdi) va il welfare e la casa. Anna Rita Bramerini (Pd) viene confermata assessore all’ambiente, e al sindaco di Chiusi, Luca Ceccobao (Pd) va la delega alle infrastrutture e mobilità. La sanita’, l’assessorato che da solo vale il 75% del bilancio regionale, è stata affidata alla ‘tecnica’ Daniela Scaramuccia; La nomina formale, con il decreto del presidente, sara’ fatta lunedi’ prossimo dopo che il Consiglio tornera’ a riunirsi per votare il programma di governo.


Presidente e vicepresidenti – In mattinata è stato eletto anche il presidente del Consiglio regionale: Alberto Monaci (Pd). Monaci e’ stato eletto all’unanimita’ dall’aula, dopo che ieri tutti i gruppi avevano raggiunto un accordo istituzionale sul suo nome. Roberto Benedetti (Pdl) e Giuliano Fedeli (Idv) sono stati eletti vicepresidenti del Consiglio Regionale della Toscana. Benedetti, 59 anni, nato a Uzzano (Pistoia), nella scorsa legislatura e’ stato presidente e tesoriere del gruppo consiliare di An; Fedeli, 68 anni, nato a Marciana (Livorno), dalla scorsa estate era assessore ai trasporti della Provincia di Firenze. Successivamente Gianluca Lazzeri (Lega Nord) e Mauro Romanelli (Federazione della Sinistra) sono stati eletti segretari questori, mentre Marco Carraresi (Udc) e Daniela Lastri (Pd) sono stati eletti segretari dell’ufficio di presidenza.

Rossi presenta la sua Giunta – ”La Giunta che presento ha forti caratteri di innovazione e’ piu’ leggera di quelle che l’hanno preceduta. E’ in assoluto la piu’ femminile, e anche in questo rappresenta una vera svolta nella storia di questa Regione. E’ una Giunta che presenta il numero piu’ alto di competenze formatesi fuori da percorsi politici. E’ una Giunta aperta, e quindi piu’ somigliante e rappresentativa alla nostra societa’ cosi’ come e’ oggi. E’ una Giunta che valorizza pertanto le differenze di storia e di cultura. Tutto cio’ ci dara’ piu’ slancio, ci rendera’ piu’ dinamici, veloci, aderenti ai problemi della societa’ e anche piu’ vivaci: una squadra unita al servizio della Toscana”. Con queste valutazioni, il presidente Enrico Rossi ha presentato al Consiglio la nuova Giunta regionale della Toscana, a conclusione del suo intervento di illustrazione del programma. ”La composizione della Giunta – ha proseguito Rossi – e’ sempre un fatto non facile, se si vuole raggiungere il massimo nell’interesse dei cittadini e il massimo dell’equilibrio tra competenza, rappresentanza, continuita’ e innovazione. Questo e’ stato il mio sforzo e credo di esserci riuscito in gran parte, anche tenendo conto della pesante, e pure giusta, riduzione del numero dei componenti dell’esecutivo”.


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