Si deve aprire una nuova stagione politica per l’agricoltura toscana. Con meno burocrazia, e più risorse e politiche adeguate al rilancio del settore. Lo chiede la Cia Toscana ai candidati in vista delle elezioni regionali in programma il 28 e 29 marzo.


Patto con la società – La Cia richiama e rinnova la proposta strategica del “patto con la società”, innanzitutto come affermazione del ruolo chiave dell’agricoltura per uscire dalla crisi economica, sociale e di valori in atto. Un ruolo che va oltre la valenza propria del settore, ma che rappresenta fattore essenziale per lo sviluppo economico e territoriale complessivo della Toscana. “Per scongiurare la marginalizzazione dell’agricoltura – afferma Giordano Pascucci (nella foto), presidente Cia Toscana -, che avrebbe conseguenze devastanti sull’intero sistema socio-economico regionale, la Toscana deve da un lato puntare in maniera più decisa e coerente  su un’agricoltura competitiva, sostenendo attivamente il sistema delle imprese professionali rivolte al mercato, da quelle a dimensione familiare a quelle maggiormente strutturate, liberandone le potenzialità di sviluppo, di innovazione, di reddito; dall’altro lato deve favorire il mantenimento ed il potenziamento di quella funzione di presidio dell’ambiente e del territorio svolta dall’insieme del sistema dell’impresa diffusa che caratterizza l’agricoltura toscana”.


Le richieste – L’agricoltura toscana – sottolinea la Cia – può ripartire solo mettendo al centro del sistema l’impresa agricola e l’agricoltore, e per questo la Cia rilancia il Progetto impresa che vuole proporre alla società toscana ed ai candidati alla guida della prossima giunta regionale. E’ necessario un salto di qualità nella capacità del sistema Toscana di organizzarsi ed affermarsi nel mercato, superando l’attuale fase di frammentazione, di ripiegamento su sé stessi, talvolta di rassegnazione. “Intanto ci vuole un taglio netto ai vincoli ed alla burocrazia – dice Pascucci – nessuna attività imprenditoriale può supportare il peso economico di 110 giornate all’anno per sbrigare le pratiche burocratiche”. L’obiettivo primario deve essere quello di ridurre il peso della burocrazia del 25% entro il 2012. Opportuno il sostegno all’aggregazione del prodotto e dei produttori: “Il potenziamento dell’organizzazione economica delle imprese – aggiunge il presidente Cia – è essenziale per una agricoltura competitiva, per cui va ridefinita una strategia di rilancio della cooperazione, delle organizzazioni di prodotto, di consorzio e dell’associazionismo, compresi i consorzi agrari che per statuto devono essere strumenti partecipati dai produttori”. La Cia toscana poi punta il dito sul rilancio delle strategie di filiera, potenziando il settore agroalimentare, le strutture di trasformazione, le piattaforme logistiche e le infrastrutture. “Vanno poi fatti accordi di filiera – dice Pascucci – per la valorizzazione delle produzioni locali di qualità, e favorire varie forme di vendita diretta oltre ai mercati contadini”. E, inoltre, afferma la Cia è necessaria una promozione organizzata dell’agricoltura multifunzionale per lo sviluppo di nuove opportunità connesse con il ruolo multifunzionale dell’agricoltura che richiede nuove strategie che coinvolgano imprese ed istituzioni. Va poi favorito il ricambio generazionale, un’esigenza primaria per garantire un futuro al settore. Non meno importanti le politiche del lavoro ad hoc per l’agricoltura, fra cui l’incremento della formazione e della sicurezza, semplificazione normativa, riduzioni dei costi del lavoro, e controlli al’irregolarità. Sulla promozione dell’agroalimentare inoltre, la Cia Toscana ha un’idea chiara: “Sono troppi i soggetti che fanno promozione, vanno invece trovate strategie regionali sulla promozione che coinvolgano tutti i soggetti coinvolti, imprese ed enti pubblici”. Infine è necessario per il comparto avere un maggiore accesso al credito, con forme più snelle, dinamiche e con strumenti ed interventi adeguati.


Firenze