Andrea Costa? Un socialista dai valori attualissimi a cento anni dalla scomparsa. Questa la sintesi della commemorazione, organizzata dal Partito Socialista-Riformisti di Siena, che ha ripercorso la vita e soprattutto gli ideali che hanno caratterizzato l’azione di uno dei fondatori ed animatori del socialismo italiano. Relatore della serata è stato il giornalista Michele Taddei, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
L’apostolo del socialismo italiano – “Costa ha dato una spinta determinante alla nascita dei valori socialisti in Italia, ponendo la questione sociale come nuova sfida per l’allora neonato Stato unitario, in favore della dignità dei lavoratori ed della lotta contro le discriminazioni di sesso o censo. Per tutti noi è stato ed è un esempio di intendere e di fare politica, considerata la modernità e l’attualità del suo pensiero”, ha detto Gianluca Targetti dirigente del Partito Socialista-Riformisti di Siena. Costa fu, infatti, il primo parlamentare Socialista, addirittura dieci anni avanti alla costituzione dello stesso partito socialista nel 1892. E nell’anno della sua morte, nel 1910 quando era vicepresidente della Camera, i parlamentari socialisti erano diventati ben quarantuno, a significare il consenso che le sue idee e quelle del Partito avevano via via trovato fra gli italiani. “Se infatti con il 1860/61 veniva fatta l’Italia – ha detto Taddei -, tanto per citare Massimo D’Azeglio, si può dire che negli ultimi decenni dell’Ottocento, grazie anche alle lotte di classe e a figure come Costa, si cominciano a fare gli italiani. E milioni di italiani credettero negli ideali socialisti”.
I suoi rapporti con Siena – Nella ricostruzione emersa è stata l’attualità dei valori di Costa che per ben 25 anni della sua vita entrò ed uscì di prigione a causa delle sue idee politiche. “Senza aver mai aver sparato un colpo di fucile (casomai una volta un’ombrellata in testa ad un questurino) o essersi approfittato del suo status di leader e poi parlamentare. E soprattutto mai per questione di soldi”, ha sottolineato Taddei. “Laicità, alto senso della cosa pubblica, non sentirsi mai capo ma rappresentante del popolo al di sopra dello stesso, Costa fu un cittadino della nuova Italia e del mondo”. Straordinarie anche le relazioni che lo stesso Costa ebbe, in quel periodo, con Siena e il territorio senese dove, soprattutto in Valdelsa, i socialisti cominciavano a diventare una forza soprattutto tra gli operai, finendo per conquistare la guida del comune di Colle Val d’Elsa nel 1897. Primo fra i comuni toscani. Andrea Costa venne molte volte a Siena per incontri politici e comizi, e fu anche trattenuto in questura per accertamenti, e non mancò mai di dare il proprio contributo di idee con scritti che regolarmente uscivano sulla rivista La Martinella. All’inizio della commemorazione era stato proiettato un video, molto apprezzato, realizzato dalla Fondazione della Camera in occasione dell’incontro organizzato lo scorso gennaio alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il calendario del Caffè Riformista – L’incontro è avvenuto nell’ambito del Caffè Riformista, un’occasione di dibattito e confronto su temi e persone che hanno fondato e caratterizzato la sinistra socialista. Nel corso del dibattito su Andrea Costa è stato annunciato il prossimo incontro, fissato per mercoledì 24 febbraio, sempre al bar Fonte Gaia in Piazza del Campo alle ore 17.30. Sarà ricordata e ricostruita la figura e le azioni di Sandro Pertini, presidente della Repubblica Socialista e partigiano a vent’anni dalla morte. Relatori saranno Mauro Barni, sindaco di Siena al tempo della presidenza Pertini e Marco Baglioni.