«Vogliamo far riscoprire ai toscani la comodità di viaggiare sui mezzi pubblici. Questo è l’obiettivo che avevamo in testa quando abbiamo deciso di partecipare a questa gara. Siamo contenti di averla vinta, perché la Toscana merita un servizio ai livelli delle migliori esperienze europee. E noi possiamo fornirlo». E’ con queste parole che Bruno Lombardi, presidente di Autolinee Toscane (AT) e amministratore delegato della divisione Italia di RATP Dev, commenta la notizia dell’aggiudicazione definitiva della gara unica del Tpl toscano, formalizzata ieri dalla Regione Toscana. «Per farlo – prosegue Lombardi – investiremo in Toscana 563 milioni di euro, insieme a tutte le nostre energie, le migliori competenze, le consolidate esperienze».
Gli investimenti Circa 93 milioni saranno utilizzati per l’acquisto della flotta di autobus esistente; 119 milioni per acquisire depositi, officine e uffici di proprietà degli attuali gestori o degli enti locali. Altri 300 milioni serviranno per acquistare nuovi bus, mentre 51 milioni saranno destinati alle tecnologie per migliorare la qualità del servizio e l’informazione agli utenti. «Il risultato sarà un trasporto pubblico, in Toscana, di livello internazionale – ha sottolineato Lombardi – in grado di soddisfare le esigenze di cittadini e turisti e di rappresentare una valida alternativa alla mobilità privata.Naturalmente – ha aggiunto il Presidente di AT – per mettere in pratica questa rivoluzione ci servono due anni. E’ come quando s’investe in una casa: serve un progetto e il tempo necessario per fare i lavori. Per valutare e apprezzare i risultati bisogna aspettare la fine del cantiere. E noi apriamo oggi il cantiere per riorganizzare i servizi del tpl toscano».
Cosa cambia La riorganizzazione interesserà tutti gli aspetti del servizio: dal rinnovo dell’attuale parco mezzi all’introduzione di nuove tecnologie per facilitare la guida e informare gli utenti. Quest’ultimi potranno acquistare i biglietti tramite SMS, codice barre, codice QR o email. Sarà anche possibile pianificare il proprio itinerario attraverso un sito Internet accessibile da cellulare. La geolocalizzazione in tempo reale degli autobus permetterà una migliore regolazione dell’offerta di trasporto. Inoltre, un servizio di assistenza per le persone a mobilità ridotta sarà garantito in tutte le stazioni. Per migliorare la qualità del servizio, è anche prevista la modernizzazione della flotta di autobus. Oltre 2000 nuovi autobus verranno acquistati, con cofinanziamento della Regione, facendo passare l’età media della flotta da 12 a 6 anni, un livello degno delle migliori reti europee. I nuovi autobus, più comodi, silenziosi e meno inquinanti, garantiranno ai passeggeri una migliore condizione di viaggio. I dipendenti avranno un ruolo determinante in questo progetto. Autolinee Toscane investirà su motivazione, preparazione e spirito di appartenenza del personale.
Le tappe dell’aggiudicazione Ecco, sarà questo il nuovo corso che AT intende realizzare qui in Toscana. L’aggiudicazione definitiva che la Regione Toscana ha deciso di attribuire ad AT è il terzo e penultimo passaggio dell’iter che porterà alla riorganizzazione del trasporto pubblico locale. La prima tappa è stata lo scorso 14 ottobre 2015 quando, in base alle offerte tecniche ed economiche dei partecipanti alla gara, AT è risultata la migliore offerente; la seconda si è svolta il 24 novembre con la proclamazione dell’aggiudicazione provvisoria. Con la decisione di oggi si aprono i cantieri per il passaggio del servizio dagli attuali gestori ad AT. Una fase che durerà alcuni mesi, necessari per l’acquisizione dei beni immobili e mobili, indispensabile per l’avvio della nuova gestione e la firma del contratto di concessione, della durata di 11 anni. Inizierà così, entro fine anno, la nuova gestione del servizio che avrà – come indicato dal bando regionale – una transizione di 2 anni. Si partirà mantenendo l’attuale rete di servizi (106 milioni di km annui) per poi passare ad un’offerta ottimizzata che nascerà da una riorganizzazione delle linee e degli orari, da un nuovo modello di relazione con utenti, istituzioni e organizzazioni dei lavoratori, e dal passaggio di alcuni servizi (i cosiddetti ‘lotti a domanda debole’) alla diretta gestione dei Comuni.