di Carlo Pizzichini*

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Anche il presidente della Repubblica Francois Hollande alla mostra dedicata a Fromanger

Si potrebbe dire che c’era tutta Parigi alla inaugurazione della mostra di Gérard Fromanger al Centre Pompidou. Anche il presidente della Repubblica Francois Holland, con la bella consorte. Una marea ininterrotta di gente che per due ore si è susseguita nel grande spazio che il museo ha disposto per la mostra che celebra l’artista parigino, con studio nel senese, che con la sua pittura ha traversato generazioni, speranze, conquiste, tragedie, ideali ed immagini all’insegna del colore. Proprio questo occuparsi della gente, questo stare in mezzo alla gente, ai passanti, alle sagome colorate delle persone, tra le luci e le ombre dei contesti urbani, il suo tema principale, ha fatto sì che la gente stessa lo abbia ripagato con questa grande soddisfazione: piene all’inverosimile le sale espositive, una fila chilometrica per entrare, la presenza anche del ministro della cultura Fleur Pellerin, del presidente del Centre Pompidou Serge Lasvignes ed del suo direttore Bernard Blistène. Ospiti anche l’ex ministro tedesco agli interni, Otto Schily, anche lui da sempre amante della campagna toscana con una casa nelle Crete senesi, poeti, registi, artisti, collezionisti, galleristi, intellettuali, tutti ha salutare una mostra strepitosa che rimarrà nella memoria.

Fromanger1Si, perché Gérard Fromanger con il suo lavoro ha sempre fatto da ponte tra la gente, il popolo, la strada, ed i grandi ideali che personaggi come Felix Guattari, Michel Foucault, Alain Jouffroy, suoi amici, hanno sostenuto con la loro militanza. Fromanger, nato nel 1939, allievo di César, amico dei fratelli Giacometti, ha vissuto in pieno i moti parigini del Sessantotto che i suoi lavori testimoniano con le immagini, con le sagome senza volto dei passanti, con le composizioni di figure in atteggiamenti quotidiani, inserendosi a pieno titolo come il massimo esponente della Nuova Figurazione Narrativa.

Fromanger3Erano i primi anni Ottanta, ed avevo poco più di vent’anni, quando, feci lui visita a Montauto, nella campagna senese, dove quel rinomato artista francese si era trasferito, insieme ad Anna, la sua compagna. Avevo realizzato un piccolo desiderio, concretizzando quella visita nella cappella sconsacrata dove Gérard aveva fatto il suo studio, fornito di lucernario e di tutti i crismi per essere un atelier perfetto per un pittore; così carico di storie, di preghiere e di sospiri, che ora lui stava traducendo in colore. Era davvero la prima volta che incontravo un pittore di professione e capii dalle sue parole che l’arte aveva non solo la facoltà di farti esprimere, ma anche di farti vivere, conoscere, viaggiare, amare ed odiare.

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Palio, 1989

Mi incoraggiò, mi spinse a lavorare; parlò di me a molti sui amici, mi ospitò a Parigi, mi fece ospitare, dette il via, con il suo essere innamorato pazzo della pittura ed il suo esempio di costante impegno quotidiano della pratica pittorica, alla mia futura professione. Sono certo che anche il vivere nella campagna senese ed il rapporto discreto con Siena, abbiano agito sul pittore parigino, che da portavoce di grandi ideali sociali, si rivolgeva ora agli Etruschi, ai ritratti, alle linee di colore puro, al paesaggio, ai cipressi. Fu il tempo della realizzazione del Drappellone del Palio dell’agosto 1989, vinto dalla Contrada del Drago, della grande mostra ai Magazzini del Sale e di quella al Santa Maria della Scala, con le tele monumentali.

Ora che uno dei maggiori musei del mondo celebra la sua arte, (Gérard Fromanger dal 17 febbraio al 16 maggio 2016, Centre Pompidou, Parigi) dovevo essere presente a celebrare con lui e migliaia di altre persone, chi ha dipinto per una vita e per una vita ha fatto il pittore. Ricordo bene, nel Cortile del Comune, tra le parole dette alla presentazione del suo Palio dell’ ’89, dedicato ai trecento anni della Rivoluzione Francese, Gérard Fromanger affermò di “essere uno tra tanti”, nel senso di essere tra e con quel popolo che lo stava guardando. Quel popolo che all’inaugurazione della sua mostra di Parigi si specchiava e si riconosceva ancora una volta, colorato, variegato, dritto e capovolto, nelle sue grandi tele. Onorati della presenza di un grande artista nel nostro territorio, riferisco dell’invito cordiale che Gérard Fromanger rivolge a tutti i senesi a visitare la memorabile esposizione.

*artista