Monteriggioni aderisce alla Rete delle Città della cultura finalizzata a promuovere la programmazione strategica della cultura, come volano e strumento per lo sviluppo dei territori anche attraverso lo scambio di buone pratiche sul tema della valorizzazione dei beni culturali e del turismo ad esso collegato. Un programma nato nell’ambito della Community di LuBeC recependo da un lato i risultati del II Rapporto sui Modelli delle Città d’arte (Promo PA Fondazione- MiBACT 2014) e dall’altro le istanze presentate a LuBeC 2015 dalle città candidate a Capitale Italiana della Cultura. «E’ fondamentale – sottolinea il Sindaco Raffaella Senesi intervenuta a Roma all’evento di presentazione del progetto – la necessità di una piattaforma di confronto e scambio che diffonda linee guida e buone pratiche utili per mettere in atto processi di gestione integrata e innovativa della cultura». Il rapporto ha evidenziato come «per essere virtuosi e duraturi i modelli di sviluppo delle città debbano essere elaborati in chiave proattiva, ossia rispondere efficacemente ai profondi mutamenti che avvengono nel contemporaneo storico. Una programmazione orientata esclusivamente sull’incentivazione dei flussi turistici, non è certamente sufficiente per riconvertire i tessuti urbani colpiti a fondo dalla crisi di quei paradigmi produttivi, anche di natura artigianale che tradizionalmente caratterizzavano e rendevano “vivo” il territorio».
La Rete nasce come risposta per il conseguimento di obiettivi quali affermare e sviluppare modelli di governance dei beni culturali efficaci per la definizione e l’implementazione di strategie urbane, attraverso il confronto tra strumenti, metodologie e buone pratiche; promuovere la programmazione culturale e la messa in atto di politiche di sviluppo allineate al concetto di smart cities; valorizzare il patrimonio storico culturale delle città attraverso lo scambio di buone pratiche, promuovere nuovi rapporti interistituzionali e il consolidamento delle relazioni tra le città della cultura che adottano soluzioni innovative di programmazione, consentire, infine, la “messa a sistema” del ricco patrimonio storico-culturale, pubblico e privato, presente sul territorio delle città, da inserire, in prospettiva, nel quadro della costruzione di partenariati nazionali ed europei.