50 miliardi per la ricerca nel periodo 2007-2013. Un bottino troppo appetibile per restare inermi. Così le Regioni Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Campania domani (martedì 12 gennaio) sigleranno un protocollo d’intesa per avviare uno stretto coordinamento e partecipare in modo piu’ competitivo alla gara europea per conquistare i fondi per la ricerca. Alla firma saranno presenti  l’assessore allo Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo della Regione Lazio, Claudio Mancini, e gli assessori alla ricerca delle altre quattro regioni: Eugenio Baronti per la Regione Toscana, Nicola Mazzocca per la Regione Campania, Fabio Badiali per la Regione Marche e Mario Giovanetti per la Regione Umbria.


Il progetto – ”L’accordo consente, attraverso un piu’ stretto coordinamento fra le diverse realta’ regionali, di fare massa critica e risultare cosi’ piu’ capaci di accedere ai fondi messi a disposizione dal VII Programma quadro europeo in materia di Ricerca e innovazione –  ha detto l’assessore alla Ricerca scientifica e tecnologica della Regione Marche, Fabio Badiali – . Sul piatto ci sono oltre 50 mld di euro per il 2007-2013. Una posta appetibile, affatto facile da conquistare, per la spietata concorrenza e a causa di una diffusa sottovalutazione dei criteri di verifica e delle complesse modalita’ procedurali previste per la formulazione delle proposte”. Nelle predenti edizioni, spiega una nota, su 100 progetti italiani partecipanti ai bandi, solo 10 si sono aggiudicati un finanziamento, una mortalita’ troppo elevata da spingere le 5 Regioni a fare sistema.  ”Occorre presentare progetti complessi – ha aggiunto Badiali – che richiedono partenariati forti e coinvolgono piu’ soggetti, pubblici e privati. E’ per questo che le Regioni hanno deciso di fare squadra, per sostenere la partecipazione di Universita’, organismi di ricerca, imprese, migliorando la fase di assistenza con l’obiettivo di arrivare a presentare proposte il piu’ possibile rispondenti alle caratteristiche e ai requisiti richiesti dai bandi europei”. Le possibili ricadute economiche, conclude Badiali ”sono evidenti e tali da determinare investimenti importanti in settori produttivi promettenti, dando cosi’ nuovo impulso allo sviluppo non solo delle regioni che partecipano ma anche alla crescita complessiva della ricerca in Italia”.


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