Profonda preoccupazione per i ritardi sul nodo fiorentino dell’Alta velocita. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha scritto al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli per esprimere più di qualche disagio sulla questione ma, nell’occasione, precisando che tali ritardi non dipendono da Palazzo Vecchio. Sul nodo Tav di Firenze è in corso un confronto dopo che la nuova amministrazione guidata da Renzi ha sollevato dubbi sull’impatto del progetto che prevede un passaggio sotterraneo dei treni lungo circa 8 chilometri e una stazione, anch’essa sotterranea, disegnata da Norman Foster. Se i lavori ancora oggi non sono partiti – si legge nella lettera – ciò non deriva dalle responsabilità del Comune o dalle dichiarazioni del nuovo sindaco, ma dalla mancata, necessaria, autorizzazione degli organismi competenti, a partire dall’Osservatorio Ambientale.


La lettera – Qui di seguito la lettera del sindaco di Firenze Matteo Renzi al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli.
Illustre signor Ministro, credo doveroso e opportuno tentare di sintetizzare la posizione dell’Amministrazione che ho l’onore di presiedere circa l’annosa vicenda dell’attraversamento Alta Velocità del nodo fiorentino.
1. Vorrei farLa partecipe innanzitutto del mio sentimento di profonda preoccupazione per il ritardo con cui stiamo giungendo alla conclusione del procedimento. Un ritardo che si fa ogni giorno più grave. La città di Firenze vede nella conclusione dei lavori del nodo dell’Alta Velocità un passaggio storico: in quel momento infatti saranno a disposizione del trasporto urbano binari dedicati per la realizzazione di una vera e propria metropolitana di superficie che rivoluzionerà la gestione della mobilità in città. Firenze aspetta con ansia che ciò accada nel più stretto arco di tempo possibile.
2. Temo di doverLe precisare che le responsabilità di questo ritardo non sono ascrivibili a comportamenti o scelte dell’Amministrazione territoriale. Ho avuto modo di apprendere dai media che Ella riterrebbe il sistema locale fiorentino responsabile dei ritardi. Una tale valutazione, alla quale ovviamente voglio non credere, si giustificherebbe solo con la sua appartenenza, geografica più che politica. Sia chiaro, Signor Ministro: non sto difendendo Firenze, attività che peraltro svolgo volentieri, ma sto difendendo la realtà dei fatti da una ricostruzione capziosa e fasulla. ?a. Se vogliamo, infatti, analizzare gli ultimi quindici anni di storia di questo progetto (esercizio forse non concretamente utile, ma culturalmente interessante) possiamo notare come le vicissitudini dell’attraversamento del nodo fiorentino derivino da vari elementi, a partire dallo stop al progetto originario imposto dalle Sovrintendenze che come Lei mi insegna sono istituzioni centrali, non dipendenti da qualche assessore fiorentino.?b. E se i lavori ancora oggi non sono partiti ciò non deriva dalle responsabilità del Comune o dalle dichiarazioni del nuovo Sindaco, ma dalla mancata, necessaria, autorizzazione degli organismi competenti, a partire dall’Osservatorio Ambientale. Non tocca a me entrare nel merito della valutazione. Esiste un Osservatorio che è un soggetto terzo, tecnico, chiamato a valutare nel merito e responsabile delle scelte. Nelle riunioni in cui Ella ha avuto la cortesia di invitarci, ho avuto modo di apprezzare un filo diretto tra i Suoi uffici e l’Osservatorio che Le ha consentito di mostrarci in anteprima i pareri del medesimo, a presunta firma del Presidente, senza che il Comune ne fosse a conoscenza. Non posso che compiacermene alla luce del principio di armonia e di collaborazione tra Istituzioni. Da parte mia mi sono limitato a chiedere che il progetto che l’Osservatorio approverà sia conforme e coerente al progetto che il Comune ha licenziato in conferenza dei servizi, con particolare riferimento alle modalità di svolgimento dei lavori e alla mobilità legata al cantiere per evitare di ingolfare la già difficile viabilità cittadina. Su questo punto, Ella converrà, noi saremo inflessibili nel pretendere il rispetto degli accordi.
3. L’ubicazione della stazione. In attesa che l’Osservatorio sbloccasse il parere sul progetto esecutivo la nuova Amministrazione comunale – uscita da un confronto elettorale in cui il tema dell’Alta Velocità aveva assunto rilevanza centrale – ha proposto lo scorso luglio un approfondimento tecnico per valutare la concreta possibilità di una modifica, almeno parziale, dell’ubicazione della stazione allo scopo di risparmiare denaro, velocizzare i tempi di realizzazione, diminuire l’impatto ambientale, avvicinare verso il centro della città e verso Santa Maria Novella la stazione medesima. Giova ricordare che questi obiettivi, concreti e trasparenti, sono stati esplicitati non solo in Consiglio Comunale a Firenze, ma nel corso di più riunioni ufficiali e operative tenute a questo scopo presso la sede delle Ferrovie dello Stato. Negli obiettivi dell’Amministrazione Comunale il risparmio di denaro avrebbe permesso un investimento sulle stazioni minori dell’area fiorentina, allo scopo di agevolare la metropolitana di superficie. La maggiore velocità dei tempi di realizzazione avrebbe permesso di recuperare almeno parzialmente il tempo già perduto per le note vicende nazionali. Configurandosi inoltre la nuova stazione come una sorta di fermata metropolitana nelle vicinanze dell’area della Fortezza da Basso (appena trasferita in proprietà agli Enti Locali e sede di iniziative congressuali che avrebbero trovato ulteriore linfa e crescita economica da questa scelta) avremmo anche ottenuto di evitare il problema dell’impatto della falda e avremmo decisamente avvicinato a Santa Maria Novella la fermata dell’Alta Velocità. Non ho bisogno di sottolineare quanto sia strategica una maggiore vicinanza della stazione Alta Velocità al centro fiorentino, patrimonio mondiale dell’umanità. Più veloce, meno costosa, più funzionale, meno impattante: fatico a definire la richiesta di verificare questa soluzione come il tentativo di voler mettere i bastoni tra le ruote. Ma ancora più sorprendente è la Sua volontà, illustre Signor Ministro, di non approfondire questa soluzione perché richiederebbe una nuova Valutazione di Impatto Ambientale e come tale creerebbe un allungamento ulteriore del tempo. Non tocca a me valutare ma sono costretto a farLe notare come in realtà l’attuale progetto della stazione sia stato spostato e elaborato senza il procedimento di VIA: difficile credere che occorra oggi una nuova VIA per riportare la stazione nell’area – o nelle vicinanze dell’area – in cui essa è già stata positivamente valutata.
4. Illustre Signor Ministro, questa Amministrazione conferma il proprio desiderio di collaborare con il Governo della Repubblica, come ho avuto modo recentemente di confermare di persona al Presidente del Consiglio dei Ministri. Pensiamo che questo Paese abbia bisogno, nel rispetto dei ruoli, di più concordia e di minori divisioni. A nostro giudizio ci sono le condizioni perché FS operi un intervento più economico, più funzionale, più rispettoso dell’ambiente, senza perdere tempo ulteriore rispetto al tanto già trascorso invano. Se l’opinione Sua e dei Suoi autorevoli collaboratori sarà di parere difforme ne prenderemo atto e collaboreremo lealmente, come siamo abituati a fare, alla realizzazione dell’opera. Nella logica di trasparenza e di partecipazione, sarà mia premura proporre al Consiglio Comunale di istituire una Commissione di Verifica e Controllo che monitori il puntuale rispetto del progetto licenziato in Conferenza dei Servizi, in tutte le sue parti, nessuna esclusa, richiedendo come è ovvio che sia un esponente della opposizione a guidarne i lavori.


Firenze