mens snaaUn consorzio per salvare la Mens Sana. È quello che è stato presentato sabato all’Hotel Garden. “Mens Sana nel cuore”, un nome che riecheggia e ripercorre il modello che ha fatto da ispirazione: quello di Varese, peraltro ideata da un imprenditore di origini senesi trasferito in Lombardia, Fabrizio Brogi. Martedì la costituzione giuridica di fronte ad un notaio. Due le entità che rappresenteranno le basi per la futura collaborazione con la Polisportiva Mens Sana: la prima un trust tra privati con gli ex giocatori della Mens Sana, la seconda è una società consortile che coinvolgerà associazioni di categoria e proverà a dare progettualità all’iniziativa. Sarà questa la strada che conduce al salvataggio della Mens Sana? I promotori pensano proprio di sì. Giovedì l’assemblea dei soci è andata deserta: si andrà a seconda convocazione, presumibilmente il 7-8 marzo. Un periodo che, come auspicato da più parti, potrebbe essere funzionale all’individuazione di una soluzione condivisa. Uno spiraglio di speranza in una situazione carica di tensione: le pesanti scritte sui muri del PalaEstra sono il segno chiaro e inequivocabile della profonda ferita che questa vicenda ha inferto ai mensanini.

Cosa è Mens Sana nel cuore Un nuovo modello di società per ristrutturare totalmente la Mens Sana Basket 1871, i suoi rapporti con la Polisportiva e anche tutte le istituzioni senesi, pubbliche e private. Questa l’idea presentata all’Hotel Garden davanti ad una platea di oltre 100 persone tra tifosi, professionisti, dirigenti. Presenti anche dirigenti dell’attuale Mens Sana: Luigi Cagnazzo, anche lui ex giocatore, e Danilo Bono, unico membro del CdA non dimissionario. Il modello Varese nel cuore applicato a Siena e alla Mens Sana. Questa l’idea avanzata attraverso dalla costituzione di due società: un trust di privati e giocatori, e un consorzio di sponsor. Entrambi con l’obiettivo di entrare nel capitale della Mens Sana Basket 1871. Realtà costituende che giuridicamente nasceranno all’inizio della settimana prossima, il 22 febbraio. I nemici? Il tempo e l’eventualità di svendita di alcuni elementi del roster. Il mercato chiude il 28 e serve una mobilitazione collettiva sin da subito.

La corsa contro il tempo Questa settimana sarà decisiva per raccogliere adesioni. In primo luogo, in termini di raccolta di quote e di risorse economiche. Lo ha spiegato Giangastone Brogi che ha avanzato l’idea nata su ispirazione di ciò che c’è a Varese, dove il figlio opera e lavora. Al suo fianco, tra gli altri, anche Alfredo Barlucchi e Guido Guidarini. «Il basket deve essere indipendente – ha spiegato quest’ultimo -, il nostro è un piano che parte dall’immediato, per l’emergenza, ma si pone anche di avere una programmazione triennale di autosufficienza. Tante sono state le manifestazioni d’interesse nei nostri confronti». Presente al Garden anche il presidente del Comitato dei tifosi Alessandro Lami che ha palesato la rabbia e la frustrazione della tifoseria: anche il loro incontro pubblico fissato per stasera (lunedì)  è stato rimandato a lunedì 29 febbraio. Il giorno dopo la chiusura del mercato: sul piatto balla anche la possibile cessione di alcuni giocatori, un’ipotesi di cui trust e consorzio non vogliono nemmeno sentire parlare. «Crolla tutto il nostro progetto, perché in primis si depaupera il patrimonio della società», ha concluso Giangastone Brogi. «Dare l’immagine di svendita totale potrebbe far scappare possibili investitori», ha aggiunto uno dei protagonisti della vicenda, l’ex biancoverde Piero Franceschini.

La Poliportiva apprezza l’iniziativa Nel frattempo, il presidente ad interim della Polisportiva Mens Sana Antonio Saccone fa sapere che Viale Sclavo «apprende con apprezzamento le manifestazione di interesse attorno alla Mens Sana Basket 1871. Un eventuale allargamento della compagine sociale con l’inserimento di nuovi soci sarebbe accolta favorevolmente. In questo momento si sta lavorando su tutti i fronti per il salvataggio della società. Simili iniziative sono accolte con entusiasmo nella speranza che trovino concretizzazione».

Estratto da La Nazione ed. Siena