Antonio Vignie Giuseppe Mussari
CONFERENZA STAMPA MPS-AXA
Antonio Vigni e Giuseppe Mussari

Richiesta di rinvio a giudizio per 13 persone, tra cui gli ex vertici di Mps, ex manager e manager di Deutsche Bank e di Nomura e per i tre istituti di credito, in qualità di enti, per una serie di operazioni finanziarie con cui sarebbero state coperte le perdite dopo l’acquisto da parte della banca senese di Antonveneta. A avanzarla i Pm Stefano Civardi, Mauro Clerici e Giordano Baggio che contestano i reati di falso in bilancio, ostacolo alle attività di vigilanza di Consob e Bankitalia, aggiotaggio e falso in prospetto per fatti commessi tra il 2008 e il 2012. Tra i 13 indagati figurano l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex responsabile dell’area finanza Gianluca Baldassarri, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini e un altro ex manager Mps, oltre a sei dirigenti o ex di Deutsche Bank e due della banca giapponese Nomura. La vicenda riguarda in particolare il derivato Santorini e il prestito Fresh.

Bilanci truccati per oltre 2 mld di euro La Procura di Milano avrebbe accertato che attraverso le operazioni finanziarie Santorini, Alexandria, Fresh e Chianti Classico (derivati, prestiti ibridi e cartolarizzazioni) sarebbero stati indicati centinaia di milioni di euro di utili, mai prodotti effettivamente. E allo stesso tempo sarebbero state occultate perdite miliardarie con dati di bilancio truccati per oltre 2 miliardi di euro. Le operazioni, stando alle indagini del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf di Roma, sarebbero servite soltanto a nascondere il buco seguito all’acquisizione di Antonveneta da parte dell’istituto senese, costata circa 10 miliardi di euro.

Santorini «operazione di finanza strutturata fatta su misura, anomala e fuori mercato» Mussari e Vigni, in particolare, in concorso con gli altri indagati, «con l’intenzione di ingannare i soci» per «conseguire per sé e per altri un ingiusto profitto» avrebbero esposto, come scrivono i Pm nell’imputazione, nei «bilanci, nelle relazioni e nelle altre comunicazioni sociali» fatti «materiali non rispondenti al vero», causando così «ad Mps un danno patrimoniale di rilevante entità». In relazione al derivato Santorini, solo per fare un esempio, spiegano gli inquirenti, gli ex vertici «ideavano, organizzavano, concludevano ed eseguivano un’operazione di finanza strutturata fatta su misura, anomala e fuori mercato».

Codacons: «Azionisti parte civile» «Con la richiesta di rinvio a giudizio per gli ex vertici di Monte dei Paschi avanzata oggi dalla Procura di Milano, si apre la possibilità per gli azionisti della banca di costituirsi parte civile nel processo al fine di chiedere il risarcimento dei danni subiti». Ad affermarlo il Codacons in una nota sottolineando «che fornirà assistenza legale ai risparmiatori che hanno subito perdite patrimoniali legate alle azioni di Mps. Gli azionisti potranno entrare nel futuro processo in qualità di parte civile e chiedere il risarcimento danni nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili di illeciti» spiega l’associazione che, in merito alle denunce e ai ricorsi presentati contro l’aumento di capitale di Mps del maggio 2015, aggiunge: «si attende la decisione della magistratura e del Consiglio di Stato».