magMag Boutique a Siena è un salotto di gusto dove la moda diventa ricerca e, perché no, arte. Antonella personaggio di rara raffinatezza, dal 2002 porta a Siena una ventata chic, l’alta sartoria di cui è appassionata e che scova durante i suoi tour europei. Lei che è sempre alla ricerca del bello che riempie l’anima, perché appena vedi un abito e lo indossi è come se fosse stato pensato e realizzato per te e portarlo ti far star bene. Questa per me è la differenza tra la moda e i prodotti ricercati. Entrare nella sua boutique ti riconcilia con il mondo, ti accolgono delicate fragranze sprigionate dalle numerose candele Diptyque, profumi inebrianti, forme particolari, colori assemblati tra loro come in una tavolozza di un pittore, tessuti inaspettati, sculture che diventano gioielli da vivere, ti elevano lo spirito e ti fanno dimenticare l’affanno e la sciattezza della quotidianità. Da Mag non si seguono le mode, ma si interpreta mixando stili, proposte, soluzioni per creare una propria personalissima proposta, sempre unica ed originale, ciò che è perfetto per una cliente non va bene per un’altra e qui l’occhio magico di Antonella che conosce i gusti di chi entra li interpreta ed a volte osa proposte che diventano poi evoluzioni del gusto personale. Da Mag non sei un numero da omologare, ma un cliente da coccolare, da far stare bene nell’anima, da interpretare nel gusto e nell’umore, perché se è vero che “l’abito non fa il monaco” è altrettanto vero che “la classe non è acqua”.

mag2Quanto è facile il tuo lavoro, la tua ricerca?
«Sulle grandi riviste di moda e fashion parlano solo dei fenomeni molto Milanocentrici, tutto il resto è noia, non esiste perché non emerge. Noi non facciamo molte cose ma ci proviamo tutti i giorni a lanciare un segnale, a dare un contributo ma siamo fuori dal mainstream. Siena è una bellissima città ma ora è spenta, disorientata, ed essendo sempre stata ostile alla novità ed avendo sempre subito le mode ora si trova completamente immobile e per me che ho un’idea di donna un po’ alternativa non è certo un terreno facile».

Dove scovi i tuoi artigiani artisti?
«Soprattuto in Italia, mi piace valorizzare chi produce bene, meglio se vicino alla mia boutique, a km zero come piace dire a voi dell’enogastronomia. Ma poi scelgo anche alcuni della moda francese o per esempio ho degli occhiali prodotti in Svezia, per me non esistono frontiere guardo solo qualità e all’innovazione».

mag3Nell’enogastronomia i giovani stanno portando innovazione e qualità, è così anche nella moda?
«Io non ne faccio mai una quesitone di età, trovo molti giovani anche già affermati che
sono più attenti all’ambiente con conce vegetali, tinte naturali, rifiniture curatissime, che ricercano il top in ciò che realizzano ma non sempre giovane è sinonimo di innovazione e gusto. La ricerca e la voglia di evolversi non hanno età».

Innovazione è sinonimo di qualità?
«Io prediligo la novità con il collegamento alla tradizione solo così mi sento nella strada giusta, io faccio questo mestiere da 13 anni ed ora è arrivata anche mia figlia Matilde a proseguire nel percorso, con una immensa passione e voglia di imparare e con una visione differente dalla mia. Ovviamente è più vicina ai nuovi mezzi di comunicazione e-commerce, blog e social network che sono le passerelle del futuro».

Il futuro sarà online o nelle boutique?
«Per me è in questa boutique che nasce la ricetta come in cucina, dove si crea l’alchimia giusta per ogni cliente, elementi, forme, colori, profumi da assemblare in base allo stile e al gusto. Mi piace seguire le clienti ed aiutarle nel tempo a creare ad ognuna il proprio stile, questo è quello che mi piace fare sia a me che a mia figlia Matilde. Non dobbiamo subire la moda, le catene tentano di standardizzarci, l’omologazione, di vestire tutti uguali e ci siamo appiattiti, in pochi vanno alla ricerca di prodotti artigianali di qualità, di forme ricercate. La qualità purtroppo tira meno del brand. Io per esempio espongo gioielli di Paola Ricci che sono pezzi unici, realizzati uno diverso dall’altro ed è uno sforzo immane riuscire a far capire il loro valore».

Il futuro come lo vedi?
«Io ho fiducia nell’essere umano, il bello e il buono sono il nutrimento dell’anima e spero che troveremo di nuovo il tempo per uscire a fare una passeggiata in tranquillità, scambiare quattro chiacchiere ed avere la voglia di comprare anche semplicemente una candela particolare, di tornare a provare il piacere di un benessere privato, intimo, che è il vero lusso di oggi. A Siena sono scomparsi del tutto gli artigiani, non c’è più un tappezziere, un calzolaio, la bottega delle spezie, dove si andava alla ricerca del particolare che stimolava la creatività e la fantasia di ognuno di noi, sono rimaste solo le grandi catene uguali in ogni parte del mondo e questo non facilita il mio lavoro che si basa sulla voglia di scoprire, provare e, magari, riscoprirsi».