Giglio basketIl successo internazionale della Maratona di Pisa (e quindici giorni prima di quella di Firenze) ha coinciso con la presentazione di uno studio molto accurato sul turismo sportivo, realizzato dal Centro Studi Turistici per Coni Toscana e la Regione. In poche slides (leggi) ci sono tutti i grandi numeri di un fenomeno che potrebbe letteralmente cambiare le dinamiche dell’offerta turistica in Toscana, per la qualità delle manifestazioni che già vengono organizzate e per quelle che si potrebbero realizzare – soprattutto in bassa stagione – se si decidesse di dare un reale supporto economico e logistico alle associazioni sportive, spesso costrette invece a lottare disperatamente per trovare non solo le poche migliaia di euro necessarie ad andare avanti, ma anche per ottenere permessi ed autorizzazioni da parte delle amministrazioni locali.

Pochi dati sono sufficienti a definire il perimetro, veramente molto vasto, del turismo sportivo. A livello mondiale, genera tra i 12 e i 15 milioni di arrivi internazionali ogni anno, pari al 10% dell’industria turistica mondiale, con un fatturato di 800 miliardi di euro. Nel 2014 il 15,5% dei turisti italiani e il 18,6% di quelli stranieri (Austria, Svizzera, Germania e Giappone in testa) hanno scelto di trascorrere una vacanza in Italia all’insegna dello sport, con prevalenza dello sci (17,9%), ciclismo (11,4%), trekking (8,5%), vela, tennis, alpinismo, sub ed equitazione. Ovvero una gamma di discipline sportive che coprono l’intero territorio della Toscana per tutti i dodici mesi dell’anno.

La classica miniera d’oro che abbiamo lì a portata di mano, ma sulla quale nessuno lavora in maniera organizzata e di sistema. Sensazione confermata quando il Centro Studi Turistici va a “scavare” ancora un po’ sulle motivazioni secondarie di questi tipi di turisti, che al momento di scegliere un evento sportivo a cui partecipare, guardano anche le bellezze naturali del luogo (30,4%) la possibilità di trovare relax (28,8%), svago (16,7%) e shopping (10,3%). Come dire, un formidabile volano economico, capace di generare ricchezza e buona occupazione.

Perché – cito testualmente – “le competizioni sportive rappresentano un momento importante in termini di comunicazione e promozione, nonché di creazione di un’ immagine di una destinazione; permettono di generare flussi di incoming durante l’evento e ulteriori flussi proiettati negli anni a seguire; rappresentano una soluzione utile sia per il lancio di una località, che per intervenire nella gestione di una destinazione matura”. Più di così, io credo, proprio non si può.