36-saccardi-e-scaramelli--ospedale-siena«Disponibili a stare qua per tutto il tempo che sarà necessario e per tutto il tempo che riterranno di tenerci a discutere emendamenti che in realtà non presentano una proposta alternativa, ma che vogliono portare avanti la discussione e fare ostruzionismo». Va avanti senza soste la discussione e la relativa votazione della nuova riforma sanitaria in Toscana, con in prima fila sugli scranni della giunta regionale l’assessore competente in materia, Stefania Saccardi che in prima battuta ha difeso le accuse arrivate dall’opposizione di privatizzazione dell’organizzazione delle Asl. «E’ uno degli strumenti che la democrazia consente, noi riteniamo che non sia questo il modo di comportarsi quando si governa un’istituzione, però se si cerca lo scontro noi ci siamo. Devo ringraziare il gruppo del Partito Democratico che non ha ceduto, è rimasto in aula a rispondere emendamento su emendamento. Ho sfidato chi me lo ha detto a trovare dentro la riforma un articolo che dicesse tutto questo – ha dichiarato ancora Saccardi – In realtà c’è una grande mistificazione, per questo vogliamo portare in fondo questa riforma. Perché si stanno raccontando cose che niente rispondono alla realtà dei fatti. A chi ci dice che stiamo privatizzando la sanità, noi rispondiamo, trovateci nella legge l’articolo che dice tutto ciò. Anzi, non solo non vogliamo privatizzare, ma stiamo acquistando una delle più importanti strutture nella provincia di Firenze  per farla diventare pubblica con più di 150 posti letto, che è villa Ragionieri. Questo è l’esatto contrario della privatizzazione della sanità, è la pubblicizzazione per certi versi. Una serie di mistificazioni e di bugie che non hanno nessuna corrispondenza con l’intento di questa riforma, che mantiene una sanità pubblica e universalistica, una sanità all’altezza delle sfide che abbiamo davanti e al mantenimento della qualità dei nostri servizi».

Saccardi: «Rispettati i tempi per la legge, ci accusano di aver forzato le procedure» Una delle grandi questioni aperte è la vicenda referendum. Con l’approvazione della nuova legge sanitaria decadrebbe, secondo quanto denunciato dalle opposizioni, la possibile consultazione popolare per cui erano state raccolte nei mesi scorsi oltre 55 mila firme. «Intanto noi stiamo rispettando i tempi che erano contenuti nella legge 28, che diceva che bisognava fare la legge entro la fine dell’anno – ha spiegato l’ex vice sindaco di Firenze – È la prima volta che si rispettano i tempi e si viene accusati di aver voluto forzare le procedure. In secondo luogo la sanità è uno strumento, un ambiente così delicato e tratta un diritto così rilevante da non poter essere lasciata senza governo. Dal 1° gennaio partiranno le nuove aziende sanitarie. Noi riteniamo che sia essenziale affiancare ai direttori generali una cornice legislativa che indirizzi gli obiettivi e l’organizzazione. Terzo, se volessimo evitare il referendum credo che sarebbe legittimo anche questo, perché riteniamo che la complessità della materia sanitaria non possa essere giudicata con un ‘sì’ o con un ‘no’ da un referendum che sta raccontando una serie di bugie su quello che vogliamo fare, conducendo anche i cittadini ad una risposta sbagliata rispetto al contenuto della legge di riordino.  Se le opposizioni sono convinti di farcela a tenere il referendum, io dico che ognuno ha le proprie convinzioni. Noi siamo sicuri di riuscire ad approvare la legge e a dare un governo alla sanità di qualità. Naturalmente se ci saranno i requisiti per celebrare il referendum, la democrazia consente di farlo. Lo facciano pure. A me non interessa il referendum, non interessa dire ‘no’, a me interessa fare le cose per i cittadini. Abbiamo ruoli diversi. Loro vogliono eliminare una legge, noi vogliamo farla, perché vogliamo dare le risposte.  Secondo noi sarebbe un danno restare senza legge a gennaio perché sarebbe impossibile far partire le nuove aziende sanitarie senza una cornice quadro organizzativa e legislativa che indicasse alle aziende i confini entro i quali devono muoversi».

Scaramelli: «Non può esserci mediazione con dei gruppi politici che non vogliono entrare nel merito delle questioni» Chi dalle sedie della maggioranza sta difendendo a spada tratta la nuova riorganizzazione delle Asl è il presidente della commissione sanità in Regione Toscana, Stefano Scaramelli. «Saremmo già pronti per far decadere tutti gli emendamenti, siamo già pronti con una possibilità. In questo momento riteniamo che la democrazia sia il confronto nel merito delle questioni, perché entrando nel merito articolo per articolo diventano ridicoli nel fatto che non sanno di cosa si parla – ha puntualizzato Scaramelli – E, quindi, metteremo alla fine di questa discussione nel ridicolo il fatto che vanno a giro da mesi a dire, ad esempio, che vogliono abrogare la legge 28 e noi l’abbiamo votata e loro hanno votato contro in commissione e vanno in giro a dire che vogliono ridurre i costi, noi diciamo che vogliamo ridurre da 36 direttori generali a 9. E loro vengano a dirci che vogliono ridurre i costi. Noi abbiamo ridotto le indennità delle commissioni, non c’è più indennità nelle commissioni di carattere regionale, risparmiamo con la nostra riforma 2 milioni di euro e su questo votano contro. Quindi, stanno entrando nel ridicolo e forse da parte loro non sanno più come uscire da questa impasse. Non può esserci mediazione con dei gruppi politici che non vogliono entrare nel merito delle questioni. Noi saremmo pronti per far decadere tutti gli emendamenti, abbiamo la possibilità di farlo, non lo stiamo utilizzando perché crediamo nel confronto. Però, bisogna che ad un certo punto il confronto diventi costruttivo. Non possono intervenire tutte le volte e ridire sempre le stesse cose che non c’entrano niente con gli articoli che vanno in votazione. Loro entrano nel ridicolo perché non portano a casa nessun risultato politico, perché non stanno portando niente per i loro elettori».

Dall’ostruzionismo in aula danni per i cittadini? C’è chi ipotizza che l’ostruzionismo fatto dalle opposizioni nei confronti della nuova riforma sanitaria, possa poi comportare dei danni anche per i cittadini che hanno votato le minoranze. «Io penso che così facendo loro perdano credibilità al cospetto dei loro elettori, perché non riusciranno a dimostrare niente del fatto di aver portato a casa un risultato – ha aggiunto Scaramelli – Se, invece, di fare questa cosa pacchianata avessero portato a casa 5-10 risultati…Noi abbiamo provato a proporre che potevano essere condivisi. Questo metodo era riuscito in commissione, ma lì non c’erano le telecamere a far vedere che c’era una sbecerata. Però hanno più piacere ad avere un titolo di giornale, una telecamere che li inquadra che portare a casa un risultato per i cittadini e questo è squalificante nei confronti dei loro elettori». E a chi ha chiesto a Scamaramelli se la maggioranza in Consiglio regionale si è posta un tempo limite per l’approvazione della riforma, quest’ultimo ha risposto. «Il tempo limite nella nostra testa è i 31 dicembre. Non abbiamo un limite temporale, a parte quello che a gennaio possano partire le nuove aziende».