I cinghiali distruggono le coltivazioni e la Provincia di Siena va in controtendenza rispetto alla Regione Toscana. A pochi giorni di distanza dall’annuncio da parte dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi di una nuova legge finalizzata al contenimento degli ungulati, la Provincia di Siena, in data 16 novembre, ha varato una determina dirigenziale (n. 2643) che, nelle riserve naturali, limita la caccia al cinghiale, «ai soli interventi – si legge – all’interno delle aree coltivate munite di recinzioni idonee alla prevenzione dei danni». La denuncia arriva dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena che sottolinea: è un atto dirigenziale che di fatto mette dei paletti stringenti al contenimento degli ungulati perlopiù in quelle aree che sono maggiormente soggette a danni esorbitanti alle coltivazioni. Dalla determina si potrebbe evincere, inoltre, che recintare i campi sia un atto dovuto ma così non è. Anzi, tali recinzioni, spesso rappresentano un danno all’immagine e un ostacolo alla fruizione del territorio senza considerare i vincoli paesaggistici imposti da amministrazioni comunali e Soprintendenza.
Provvedimento senza logica E’ evidente come l’intervento di contenimento degli ungulati così paventato rischia di essere assolutamente inconcludente. Ma ciò che più riteniamo grave è che la determina dirigenziale non trovi logica in un contesto normativo di più ampio respiro e alla vigilia dell’approvazione da parte del Consiglio regionale di una nuova legge mirata seriamente alla risoluzione del problema. Così non va e a rimetterci non possono essere sempre gli agricoltori già vessati da alta tassazione e stringente burocrazia. L’augurio dell’Upa di Siena è che si giunga quanto prima alla legge regionale sul contenimento degli ungulati e che questa “sconfessi” di fatto la determina dirigenziale della Provincia di Siena che, ancora una volta, dimostra di non aver saputo leggere il problema e interpretare le istanze più volte dimostrate degli agricoltori.