«Nel dna italiano ed europeo è iscritto uno straordinario impasto di cultura, di umanità, di idee di libertà e di relazioni sociali. E’ parte della vita che viviamo, ed è ragione del nostro desiderio di migliorarci. Dobbiamo tenerlo presente nel momento in cui il terrorismo sferra il suo attacco contro la nostra Europa e porta morte e barbarie in una delle sue città. E’ un tentativo di guerra globale dalle modalità inedite quello che sta deturpando l’inizio del nuovo millennio. Dobbiamo essere uniti, essere determinati e insieme affermare i principi del nostro umanesimo». Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenuto questa mattina a Palazzo Vecchio ad un evento che celebra i 150 anni di Firenze capitale d’Italia.
«Il terrore vuole snaturarci» «Non sradicheremo l’odio facendolo entrare nelle nostre vite e nella nostra civiltà –ha aggiunto il Capo dello Stato – Il terrore vuole snaturarci. Noi non ci piegheremo. Non ci faremo rubare il nostro modello di vita e il nostro futuro. Dobbiamo garantire sicurezza ai nostri concittadini senza rinunciare alle libertà conquistate, affrontare il fanatismo e l’estremismo con assoluta fermezza, e promuovere il dialogo fra le culture e la tolleranza-ha aggiunto il capo dello Stato – Difenderemo la qualità delle nostra civiltà e la offriremo al mondo, rimanendo fedeli ai valori che la hanno ispirata e affinata nel tempo. Oggi la pace ci chiama a nuove responsabilità. Non saranno prove facili: non bisogna mai rinunciare a grandi visioni, alla prospettiva di un umanesimo condiviso. Lo dobbiamo ai nostri figli, anche a quelli che sono stati così barbaramente uccisi e che resteranno sempre nel nostro ricordo».Mattarella, intervenuto successivamente al sindaco di Firenze Dario Nardella e al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ha affrontato anche temi della politica europea. «La sfida per noi europei è quella di allargare ulteriormente la democrazia a livello continentale, dando una base parlamentare solida anche all’Unione economica e monetaria, e un crescente contrappeso comunitario al potere intergovernativo. –ha detto ancora il Capo dello Stato – L’unità europea, ideale del Risorgimento, è l’ideale del nostro avvenire, oltre che nostro interesse concreto è la chiave indispensabile per affrontare queste novità epocali».
Rossi: «Non temere la modernità ma esserne interpreti» Molto significativo il discorso da Palazzo Vecchio del governatore della Toscana Rossi. «La lezione di Firenze Capitale ci offre un grande patrimonio di civiltà, soprattutto oggi, in tempi oscuri dove il terrorismo ci interroga su temi di fondo imponendoci di rispondere –ha sottolineato Rossi – La lezione che viene da 150 anni di distanza è di non temere la modernità ma esserne interpreti. Oggi viviamo un’ epoca di grandi problemi, non meno impattanti di quelli di 150 anni fa. Per continuare a produrre modernità Firenze e Toscana devono continuare a dare contributo forte come hanno fatto in passato». Da segnalare che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato subito dopo il suo discorso nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio il maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Giangrande a cui ha consegnato l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce dell’ordine al merito della Repubblica italiana. Il capo dello Stato aveva firmato già nell’ottobre scorso il decreto ad hoc. La consegna è avvenuta oggi in una stanza attigua al salone dei Cinquecento, al carabiniere che era accompagnato dalla figlia Martina. Giangrande era stato ferito il 28 aprile 2013 mentre prestava servizio davanti a Palazzo Chigi.