seiDa una parte il bilancio in positivo, gli utili (quasi due milioni di euro), una razionalizzazione dei costi che va intorno ai quattro milioni; dall’altra il servizio, poco gradito, anzi, molto contestato dalle amministrazioni stesse, che denunciano uno scarso interesse dell’azienda per i territori periferici arrivando anche alla minaccia di uscire dalla realtà vasta. Non si esaurisce il dibattito attorno a Sei Toscana, la società pubblico-privato che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto. Proprio in quest’ultima città, martedì, i vertici aziendali hanno illustrato il bilancio dalla nascita del soggetto ad oggi. «Festeggiamo i due anni dall’inizio dell’attività, il nostro servizio dai primi di novembre si allargherà anche a sei comuni della Val di Cornia e abbiamo approvato il bilancio consuntivo 2014 che ha dato risultati molto buoni», dice il presidente di Sei Toscana, Simone Viti. «Il nostro – aggiunge – è un servizio complesso, che si presta a molte critiche. Ma riteniamo che da due anni a questa parte passi avanti siano stati fatti». Il bilancio, approvato all’unanimità, racconta di un fatturato che supera i 146 milioni di euro e di un capitale investito netto che sfiora i 38 milioni.

Capalbio e Montieri minacciano l’uscita da Sei Toscana Numeri importanti, che però si scontrano con diverse critiche da parte di alcune amministrazioni, soprattutto quelle alla guida di piccoli centri. Uno dei più agguerriti è il sindaco di Capalbio Luigi Bellumori, che ormai da mesi porta avanti la sua proposta di uscire da Sei Toscana. «Abbiamo lo stesso servizio di prima, quando c’era il Coseca (l’ex consorzio che gestiva il servizio in Maremma ndr) ma ora costa di più e in alcuni casi è anche peggiorato» dice. Bellumori è stato il primo a minacciare l’uscita da Sei Toscana, trovando anche l’appoggio di altre amministrazioni vicine, come quella di Manciano, e lontane. Ad esempio, una critica molto severa la esprime anche Nicola Verruzzi, sindaco di Montieri, che lamenta il sistema di raccolta nel suo territorio: per quattro paesi (capoluogo più tre frazioni) e decine di poderi sparsi ovunque, Montieri ha solo un dipendente che si occupa della raccolta. «Come può passare da quattro paesi, dai poderi e poi provvedere anche alla pulizia delle strade, che è sempre di loro competenza?» si chiede Verruzzi.