La Bellezza. Un tema necessario per un meeting che si chiama “Le due Culture” e che ogni settembre, da sette anni, ad Ariano Irpino, si adopera per colmare quello che Charles Percy Snow chiamava “l’abisso di reciproca incomprensione” che divide gli umanisti dagli scienziati. Il Meeting è creatura che si tiene nella dimora di chi l’ha concepita, la Biogem: un’oasi di saperi scientifici organizzati in tre aeree funzionali vale a dire GTM, MIR e LIMSS ovvero Genetics and Translational Medicine, Medicinal Investigational Research e Life and Mind Science School.
Biogem è nata dall’idea di un ricercatore, Gaetano Salvatore, e del medievista e politico Ortensio Zecchino, di realizzare un centro di ricerca strutturalmente e tecnologicamente dotato. È una società consortile costituita da importanti atenei tra cui l’Università degli studi di Napoli Federico II, l’Università Bicocca di Milano, l’Università degli studi del Sannio e centri di ricerca come il CNR, la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli ecc. Sicché la definizione di oasi, che ho utilizzato per evocare quella correlata di miraggio, assume il suo esatto significato.
Quanti pensatori e scienziati hanno animato il Meeting di Ariano Irpino in questi sette anni! Dai premi Nobel Mario Capecchi, Erwin Neher e Oliver Smithies a Umberto Veronesi, Giovanni Azzone, Giuseppe Galasso, Franco Cardini, Lamberto Maffei, Guido Barbujani, Aldo Pinchera, Aldo Masullo, Alberto Oliverio, Bruno Dallapiccola, Antonino Zichichi, Jean Pierre Changeux e Paolo Mieli. Gli ospiti di quest’anno hanno conversato sul tema della Bellezza: erano filosofi, scienziati, storici, musicisti, architetti e fisici e si sono confrontati ma non scontrati, riuscendo a creare una tensione da partecipazione ben lontana dallo stile urlato a cui ci hanno abituati i talk show.
Io ho partecipato ai tre giorni conclusivi. Mi sono persa gli interventi di Stefano Zecchi, Giuseppe Remuzzi, Lorenzo Tibaldo e Eduardo Savarese: mi è stato riferito che hanno impostato in maniera affascinante i temi etici in relazione alla Bellezza, in particolare a quella dello spirito e dell’ignoto. Ma ho potuto ascoltare e apprezzare la relazione di Fabrizio Jacoangeli, Università degli Studi Tor Vergata, sulla bellezza del pensiero scientifico arcaico “dal taoismo all’energetica dei sistemi”. Il dibattito tra il colto ambasciatore d’Italia a Berna Cosimo Risi e l’imam e vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana Yahya Sergio Yahe Pallavicini: una sorpresa, se si pensa che il giovane iman ha detto tra l’altro che «….parlare di bellezza ci invita ad aprire un po’ meglio gli orizzonti sulla qualità della Terra e dell’uomo. Se perdiamo questi due aspetti scadiamo nel brutto e in quello che è contrario alla definizione di pace, in un conflitto senza fine, in una violenza gratuita, in una mercificazione delle relazioni con le altre persone, che sono drammatiche per quanto riguarda il mondo islamico e in generale i rapporti tra Oriente e Occidente».
Ho goduto ad ascoltare la Lectio Magistralis di Paolo Isotta su “La bellezza nell’estetica de I maestri cantori di Norimberga di Wagner”. Con esempi e connessioni del tutto imprevedibili, l’illustre storico della musica e firma autorevole del Corriere della Sera ha dimostrato come Wagner nei Cantori sia equamente dipinto nei due personaggi di Walther e Sachs; che lì la bellezza è frutto del genio della giovinezza che deve accordarsi con la Tradizione, un risultato garantito dalla saggia umanità d’un grande artista che riesce a far accettare ai Maestri e al popolo il giovane genio e a costui impone il rispetto delle regole. Che il giudizio popolare debba poi prevalere su quello medesimo dei Maestri è un corollario di Sachs, comprensibile se si pensa che Wagner fu adorato da Baudelaire e Nietzsche ed ebbe a detrattore il critico musicale Hanslick: impietosamente ritratto in Beckmesser.
Un corollario degno lo hanno offerto i due interventi di Ugo Morelli e del pianista Francesco Libetta: “Mente e Bellezza” per il primo, bilanciate dalla bellezza nel suono che per Libetta è “Armonia, Sentimento, Virtù”. Infine, una straordinaria lezione della storica della letteratura Emma Giammattei, Università Suor Orsola Benincasa, su “Il Bello, l’Interessante, lo Spettacoloso. Peripezie dell’Estetica da De Sanctis a Croce” e una prolusione appassionatamente fluviale di Antonino Zichichi sulla Bellezza del creato.
Accanto al programma scientifico, il Meeting ha collocato appuntamenti di letture poetiche, concerti, una bella mostra di disegni e sculture di Emilio Greco e il premio letterario “Maria Antonia Gervasio”. Bene, il concerto finale tenuto da Francesco Libetta che ha voluto sigillare gli incontri con la “Sonata op. 109” di Beethoven e l’assegnazione del premio letterario a Vladimiro Bottone, autore del dolente affresco “Vicaria”, ci hanno confermato che gli scienziati di Biogem si ossigenano bene con arte, musica e scrittura.