Non ti aspetti che nella città pierfrancescana, lì dove è conservato e adorato «il dipinto più bello del mondo», ci sia un’attività freneticamente contemporanea, sofisticata, che qui nell’aretino dà i punti a tutta una serie di pseudo-festival che si riempiono la bocca con la parola cultura. Ovviamente, usata più a sproposito che a proposito. Stiamo parlando del “Kilowatt Festival” a Sansepolcro (Arezzo), uno dei principali appuntamenti nazionali dedicati al teatro d’innovazione, alla danza contemporanea e alla nuova scena musicale e artistica. Quest’anno, giunto alla dodicesima edizione, si terrà dal 19 al 26 luglio e promette sin dal titolo “Per sentirsi meglio” un menu multidisciplinare e multisensoriale, energetico come la denominazione del festival suggerisce.
28 spettacoli in 8 giorni Con la direzione artistica di Luca Ricci, andranno in scena ventotto spettacoli in otto giorni, inframezzati da mostre, presentazioni di libri, incontri e dibattiti e puntando ancora su di un modello di coinvolgimento del pubblico che rifugge dalla supposizione elitaria (e provinciale) che la scena contemporanea debba parlare solo a pochi iniziati. L’idea forte del Kilowatt è quella dei Visionari, un gruppo di trenta cittadini di Sansepolcro che lavorano tutto l’inverno alla scelta degli spettacoli da invitare: i nove spettacoli scelti da loro si aggiungeranno alle ospitalità decise dalla direzione artistica per dipingere un quadro il più possibile in tema, il più possibile innovativo.
Gli eventi La Compagnia Dionisi con “Potevo essere io”, vincitore del bando NeXtwork 2013, racconta il percorso di crescita di due bambini della periferia milanese; “Thanks for Vaselina” di Carrozzeria Orfeo scandaglia segreti e sciagurate dinamiche familiari; Federica Santoro in “Un carnevale per Sole e Baleno” affronta la vicenda di due giovani no-Tav che nel 1998 entrarono nelle cronache per un duplice suicidio carcerario; “Invidiatemi come io ho invidiato voi” di Tindaro Granata è ispirato a un caso di pedofilia che qualche anno fa sconvolse la stessa città di Sansepolcro; Antonello Taurino con “Trovata una sega!” ripercorre a distanza di trent’anni la burla del ritrovamento delle presunte teste di Modigliani; Eco di Fondo, con la regia di Cesar Brie, in “Orfeo ed Euridice” reinterpreta il caso di Eluana Englaro; Claudio Morganti, regista, e Rita Frongia, drammaturga, presentano la nuova produzione del duo Maurizio Lupinelli-Elisa Pol (Nerval Teatro), omaggio a La mia bocca di cane, l’ultimo testo di Werner Schwab, ancora inedito in Italia. Saranno forti anche gli spettacoli del collettivo marchigiano 7-8 chili (“Job”), della compagnia Cani (“Trio con bandiera”), C&C (“Maria Addolorata”), Balletto Civile (“In-colume”), Clinica Mammut (“Il retro dei giorni”) e Taverna Est/Sara Sole Notarbartolo (“La danse des amants”).
Donne protagoniste Giorgia Nardin in “All dressed up with nowhere to go” (vincitore del Premio Prospettiva Danza 2013), scarnifica il corpo maschile e quello femminile, facendoli divenire cornice vuota. Irene Russolillo con “Strascichi” affronta l’individuo diviso fra disperazione e ridicolizzazione di sé. Claudia Catarzi con “40.000 cm2” riflette sugli stimoli che disegnano la danza. Martina Francone classicheggia e, con una performance multimediale liberamente ispirata a “Le Metamorfosi” di Ovidio, mescola virtuosamente i linguaggi della danza, della musica e del video.
La musica Aprirà il festival un concerto per pianoforte amplificato per tutta la piazza principale di Sansepolcro tenuto da Giovanni Di Giandomenico, nei giorni successivi ci saranno Alessandro Raina, Paolo Benvegnù, Massimo Bubola, Andrea Appino, i Betti Bersantini (Marco Parente e Alessandro Fiori) e Diego Deadman Potron.
Kilow’art Torna anche il progetto di arte visiva diretto da Saverio Verini e promette riflessione e partecipazione: Lorenzo Cianchi e Michele Tajariol, i due vincitori del Bando Kilow’Art 2014, scelti da una giuria di trenta abitanti di Sansepolcro, sono già in residenza a Sansepolcro, ci resteranno per tutto il corso del festival per procedere alla costruzione di venti edicole sacre sparse per la città, in collaborazione con i cittadini che rileggeranno così il loro concetto di sacralità. Infine, la mostra “Recto/Verso” curata da Ilaria Margutti e la quinta edizione del premio Kilowatt-Titivillus. Ideato da Luca Ricci e dal compianto critico teatrale Franco Quadri, è un premio affatto banale assegnato ad un curatore e direttore artistico che si è distinto per la caratteristica innovativa del suo lavoro. A scegliere il vincitore sono le compagnie che partecipano alla Selezione Visionari che, dopo tanto di elezione e di ballottaggio, hanno decretato la vittoria di Lorena Senestro e Massimo Betti Berlin, i fondatori del Teatro della Caduta di Torino, quello dove il pubblico non paga ma fa le offerte a cappello per gli artisti.