Chissà in quanti vorrebbero che le notizie di oggi fossero veramente solo uno Pesce d’aprile. Come accadeva da ragazzi, quando le cose dette per burla venivano prese sul serio. Poi si scopriva che era tutto finto, un’invenzione, un gioco di fantasia legato al primo giorno di aprile.
Il primo ad augurarsi di essere dentro “Scherzi a Parte” versione senese, è il segretario provinciale del Pd, Niccolò Guicciardini, che oggi ha presieduto un’intensa riunione, prendendo atto delle forti divergenze che bollono nel pentolone del suo partito tra le tante anime democratiche senesi e che tenerle tutte insieme da qui al 25 maggio sarà un’impresa seria. Renziani della prima ora, cuperliani, massimalisti, civatiani ceccuzziani, moderati e seguaci della componente Burresi si sono affrontati in un duro faccia a faccia sul tema del resoconto delle primarie dello scorso 9 marzo. Sogno o son desto? Speriamo che sia uno scherzo, si sarà detto il segretario.
Uno che si augura che le notizie di oggi siano in realtà uno scherzo è senz’altro Franco Ceccuzzi, su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio insieme a Giuseppe Mussari per l’inchiesta che li vede coinvolti a Salerno nel crac del Pastificio Amato. Un anno fa la sua corsa bis (per la verità un po’ azzoppata) per Palazzo Pubblico venne bloccata definitivamente, dopo un avviso di garanzia su questa vicenda. Per Ceccuzzi si allontana il tempo di un suo rientro nella politica attiva (le voci di una sua ricandidatura a Sindaco di Siena nel tempo si erano fatte sempre più fioche), anche se rimane nella Direzione provinciale del Pd. Per lui e i suoi seguaci è una brutta giornata. Anche Mussari si augura nel pesce d’aprile, almeno avrebbe un problema in meno da seguire e far seguire ai suoi legali, già ampiamente impegnati nei processi Mps al Tribunale di Siena e nel difenderlo dalla richiesta milionaria di risarcimento danni della azione di responsabilità mossa dal nuovo corso dalla stessa banca senese contro di lui.
Ad augurarsi che le notizie di oggi siano uno scherzo è, forse, anche Alessandro Profumo che appare il grande sconfitto di questi giorni di inizio primavera. Pur tra grandi sorrisi e parole beneauguranti, diciamo che è apparso uno spettatore passivo mentre la Fondazione vendeva un’infilata di azioni senza che lui ne sapesse nulla, o quasi. Non solo. “Non è uno scherzo”, avrà pensato Profumo, nemmeno la notizia dell’accordo lock-up della Fondazione con i nuovi acquirenti sudamericani che, di fatto, consentirà ad Antonella Mansi e all’ente di Palazzo Sansedoni di mantenere voce in capitolo anche nel futuro assetto azionario e nel prossimo Consiglio di Amministrazione. Con queste ultime operazioni, giocate tutte nelle grandi piazze finanziarie del mondo si è, infatti, capito che la Fondazione Mps non era così sola come in tanti pensavano (e qualcuno sperava). Camilla Conti su Huffington Post spiega bene che Giovannni Bazoli (Intesa Sanpaolo) e Giuseppe Guzzetti (presidente Acri), anche se con modalità diverse, avrebbero “vigilato” sulle operazioni in corso a Siena e forse ci hanno pure messo lo zampino. Il fondo americano Blackrock di Mike Trudel, ad esempio, è diventato nel giro di poco il principale azionista di Banca Mps, Unicredit (le due banche presiedute nella carriera da Profumo) oltre che di Banca Intesa Sanpaolo e Banco Popolare. Chissà se Profumo avrà sperato che quel nome, Blackrock, evocasse una band di scalmanati americani con chitarre e batteria piuttosto che un agguerrito fondo che sta sbarcando nel nostro sistema creditizio in piena regola. E senza passare da Montecassino e dalla Linea Gotica, nonostante qualcuno ne abbia tentato il rallentamento.
A Siena quel che rimane del principale partito e della Banca ancora non si sa. Possiamo però dire che almeno qualcosa della Fondazione rimane. E almeno questo, per oggi, non pare essere uno scherzo d’aprile.
Ah, s’io fosse fuoco