Il lavoro dell’artista pachistano Imran Qureshi ha prodotto tre creazioni ideate e realizzate all’interno della Torre Grossa del museo civico di San Gimignano e condurrà lo spettatore fino al tetto della torre: le opere saranno visibili dal 29 ottobre fino a febbraio 2017. Un impatto emotivo molto forte, quello vissuto da Qureshi, in Italia come ospite del Siena Art Institute, che nasce dal confronto fra due terre e due culture dalle tradizioni radicate: Siena e la Toscana e il Pakistan.
Sul tetto l’opera di petali e foglie La mostra si articola in tre sezioni. Alla base della Torre Grossa si potranno vedere le miniature create proprio per quest’evento, realizzate con tecnica tradizionale coltivata dai maestri Mughal sin dal XVI secolo. Salendo verso il tetto della Torre Grossa, mentre lo sguardo passa da una miniatura all’altra, lo spettatore vivrà il crescendo stimolato da un’installazione che riempie le nicchie delle mura interne della Torre: pezzi di carta che sembrano essere stracci insanguinati, ma che, ad un’osservazione più attenta, raffigurano immagini di opere di Imran Qureshi. Poi, una volta saliti al cielo, lo spettatore scoprirà la creazione più grande e importante: un’opera pittorica realizzata direttamente sul tetto della torre del museo civico di San Gimignano sul quale petali e foglie emergono da ciò che sembra essere il teatro di una carneficina. «Chi si avvicina a San Gimignano resta colpito dallo sviluppo verticale delle torri, costruzioni così alte, imponenti e dal forte valore simbolico – afferma l’artista visuale Imran Qureshi -. La prima volta che sono venuto qui, accompagnato dalla direttrice del Siena Art Institute, sono rimasto colpito perché la torre è un soggetto simbolico, ritratto in moltissime miniature tradizionali del Pakistan: esse sono belle e gloriose, ma riflettono anche l’importanza dell’autorità e del potere e il bisogno di difesa e protezione nel mondo violento in cui furono costruite».