Un incontro urgente al sottosegretario alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti è quello chiesto e ottenuto nei giorni scorsi dal Sindaco Raffaella Senesi. Al centro dell’incontro la disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche, al fine di assicurare la chiarezza delle regole e la semplificazione normativa.
Il Governo, infatti, ha ormai pronto un decreto che tra gli obiettivi prevede introduzione di stringenti obblighi di dismissione nei casi in cui le partecipazioni societarie già detenute non siano inquadrabili nelle categorie previste dallo stesso decreto. In particolare, uno di questi criteri stringenti individuati è la soglia di fatturato. Nell’ultima versione del decreto c’è un ritorno della vecchie soglia di un milione, la stessa della prima versione del decreto approvata a gennaio, che dividono le società da chiudere, fondere o privatizzare da quelle che invece potranno continuare ad esistere. I parlamentari, prima di quest’ultima versione, accogliendo molte pressioni dal territorio, avevano chiesto di fissare a 500mila euro il valore medio di fatturato dell’ultimo triennio sopra il quale permettere il mantenimento della società, il testo entrato in consiglio dei ministri riportava questo ritocco ma quello trasmesso alle Camere torna alla regola originale: se il fatturato degli ultimi tre anni non arriva al milione, la partecipata va chiusa, aggregata ad altre aziende o privatizzata. «Stabilire a priori stabilire una soglia di fatturato – ha spiegato il Sindaco Senesi – non significa raggiungere l’obiettivo di una effettiva razionalizzazione che è lo scopo prioritario della delega parlamentare. Nelle realtà di molte amministrazioni soprattutto quelle più piccole ci sono modelli gestionali efficienti che non raggiungono valori di fatturato significativo, come ad esempio la nostra Monteriggioni AD 1213. Il concetto di fatturato tra l’altro ha già dimostrato una notevole difficoltà interpretativa chiarita solo dall’intervento del giudice amministrativo».
La Società A.D. 1213 in house del Comune di Monteriggioni sarebbe in base alla nuova versione del testo del decreto destinata ad essere dismessa solo per effetto del mancato raggiungimento nel triennio precedente di un fatturato medio pari o superiore ad 1milione di euro. Tale scelta pregiudica gravemente l’assetto strutturale della stessa Amministrazione Comunale di Monteriggioni che dall’anno 2002 ha affidato alla società in house servizi strumentali operando a monte una scelta organizzativa che ha consentito nel corso degli anni di garantire al territorio un efficiente ed elevato standard nell’erogazione dei servizi resi all’utenza, ottimizzando costi e risorse soprattutto in tema di turismo, accoglienza, organizzazione di eventi. Basti pensare che organizza la “Festa Medievale” fiore all’occhiello di tutta la Toscana, gli eventi (richiamo per i turisti) finanziati con la tassa di soggiorno, la gestione del parcheggio al Castello di Monteriggioni, organizza escursioni in tutto il territorio, dà lavoro a 4 persone fisse e due, tre stagionali, ha la gestione del verde e del decoro del Castello. Inoltre il consiglio di amministrazione è composto da un presidente pensionato che ha solo un rimborso. «Un piano di razionalizzazione efficace – conclude il Sindaco che ha scritto anche al Premier Matteo Renzi – dovrebbe puntare alla eliminazione di società in perdita. Sarebbe particolarmente efficace, limitarsi ad una previsione che cancella le micro-società prive di dipendenti o con un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti, al pari di quelle partecipate che svolgono le stesse attività già assicurate da altre società».