Asciano celebra la Festa della Liberazione ricordando Giovanni Bacconi, sindaco per poco più di un anno nel 1920 e poi esule in Francia per sfuggire alle persecuzioni fasciste. Martedì 25 aprile con una cerimonia ufficiale alle ore 10 a Giovanni Bacconi sarà intitolato il giardino di via Barna. «Vogliamo ricordare la triste storia di un nostro concittadino che ha dovuto abbandonare la sua terra per essere fedele al più alto valore di democrazia – sottolinea il sindaco di Asciano Paolo Bonari -. La storia di Giovanni Bacconi ha rischiato di finire nell’oblio tramandata per testimonianza orale dai parenti rimasti. Invece è una storia che merita il rispetto e la dignità affinché sia da esempio e da guida per ogni cittadino e per ogni amministratore pubblico per le sue accezioni di alto senso civico e di lotta alla sopraffazione».

Giovanni Bacconi era nato ad Asciano nel 1893 e da giovanissimo si era iscritto al Partito Socialista locale diventandone ben presto un convinto attivista. Nel novembre del 1920 partecipò a libere elezioni entrando in Consiglio Comunale dove fu eletto sindaco a grande maggioranza. Il suo ruolo di primo cittadino durò però pochissimo dal momento che si dimise nella prima metà del 1921 a seguito della scissione di Livorno tra socialisti e comunisti non condividendo le ragioni della rottura. Nonostante fosse tornato a svolgere solo il suo lavoro di bracciante agricolo, subito dopo la marcia su Roma cominciò ad essere perseguitato dai fascisti, purgato e bastonato più volte, per il suo persistente rifiuto ad aderire al Partito Nazionale Fascista. Furono le continue persecuzioni e percosse ad opera delle camicie nere e il commissariamento dell’amministrazione comunale a spingerlo a fuggire da Asciano. Dopo numerose peripezie riuscì a raggiungere Nizza come altri esuli italiani dove morì all’età di 37 anni.

 

 

 

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