12 agosto 1944, una delle pagine più cruenti, dolorose e strazzianti della storia italiana del XX secolo. È la data in cui si perpetrò l’efferato eccidio a Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, dove in centinaia tra donne, anziani, e bambini persero la vita sotto i colpi dell’artiglieria nazifascista. 69 anni dopo, sarà il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza a tenere l'orazione ufficiale per l’anniversario dell'eccidio che ricorre nella giornata di oggi. Nell'occasione, sarà presentato il progetto dell'Unione dei Comuni della Versilia “Sentieri di pace – Percorsi nel Parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema”, che prevede anche impianti multimediali e interattivi nel Museo della memoria (l'inaugurazione delle nuove installazioni è fissata per il 27 settembre). «La cerimonia – spiega una nota – sarà arricchita dalla presenza dell'Orchestra del Pucciniano di Torre del Lago, diretta dal Maestro Alberto Veronesi, che accompagnerà la messa officiata dall'Arcivescovo di Pisa Giovanni PaoloBenotto, sulla piazza della chiesa di Sant'Anna, dove furono uccise oltre 130 persone».
Grasso scrive a Silicati «Signor Sindaco, nella ricorrenza dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema intendo unirmi idealmente alla vostra comunità, al ricordo delle tante vittime, dei bambini, delle donne e degli anziani barbaramente trucidati dalle truppe nazifasciste». È quanto si legge nel messaggio che il Presidente del Senato Pietro Grasso ha inviato al Sindaco del Comune di Stazzema Michele Silicani. «Le disumanità e la ferocia perpetrate nella strage di quel 12 agosto 1944, ed in quelle che seguirono nel mese di settembre rappresentano una ferita ancora oggi aperta per il nostro Paese e per l'Europa intera. Nessun popolo può dimenticare le sofferenze del passato. Esse hanno segnato indelebilmente la nostra coscienza civile. Le inchieste giudiziarie possono essere archiviate, come ha fatto la Procura di Stoccarda nell'ottobre scorso. Ma nulla potrà mai fermare il nostro ricordo. Rinnovare la memoria – prosegue Grasso – significa reiterare un'alleanza tra le passate e le future generazioni fondata sulla consapevolezza che insieme possiamo evitare che si ripropongano i tanti orrori del Novecento. È un impegno collettivo – conclude il Presidente del Senato – che deve trovare nella fede per la democrazia, per la libertà e la giustizia il proprio alimento quotidiano. Sono certo che i giovani di Sant'Anna sapranno fare tesoro della sofferenza subita dalla loro terra, testimoniando in tutto il mondo i valori del dialogo e della tolleranza».
Era il 12 agosto del ’44 Una ferita ancora aperta dunque, quella di Sant’Anna di Stazzema, di quel giorno di 69 anni fa quando tre reparti della sedicesima divisione granatieri corazzati delle SS Reichsfuhrer circondarono il paese in provincia di Lucca uccidendo poi 560 civili, soprattutto bambini, donne e anziani. Un eccidio che fu possibile grazie all'aiuto dei fascisti collaborazionisti. Secondo quanto emerso dal processo del Tribunale militare di La Spezia e conclusosi nel 2005, i nazisti rastrellarono donne, bambini e anziani, (gli uomini riuscirono a scappare nei boschi), li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case e lì li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano. Il resto lo fece il fuoco, che cancellò ogni traccia di quella mattanza. Nel 2005 si è concluso il processo del Tribunale militare di La Spezia che ha stabilito che l'eccidio di Sant'Anna fu un vero e proprio atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio: l'obiettivo dei nazisti era quello di distruggere il Paese e sterminare la popolazione, così da interrompere qualsiasi collegamento tra i civili e i partigiani della zona. Il tribunale ha condannato all'ergastolo 10 ex SS. La sentenza fu poi confermata sia in Appello che in Cassazione. «Una ferocia senza uno straccio di pretesto e giustificazione che si abbatté sulle vittime inermi di un piccolo borgo sperduto», aveva ricordato lo scorso 24 marzo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita nei luoghi della memoria con il capo di stato tedesco Joachim Gauck (leggi).