I valori di oltre un secolo di storia al fianco degli agricoltori per guardare alle sfide del futuro con la stessa volontà di rappresentare un punto di riferimento per tutto il mondo rurale. E’ stato questo il filo conduttore del convegno dal titolo “Radici Toscane” che, organizzato dal Consorzio Agrario di Siena e Arezzo in occasione del centodecennale della fondazione, si è svolto venerdì 16 dicembre al Santa Maria della Scala di Siena. Un’occasione di confronto e dibattito tra agricoltori, storici, amministratori e i vertici del Consorzio molto partecipata alla vigilia di un nuovo anno e al cospetto di un comparto agricolo in continua evoluzione.
Valori di ieri e di oggi «I valori che hanno contraddistinto la nostra storia – ha sottolineato Pietro Pagliuca, direttore del Consorzio Agrario di Siena e Arezzo – sono gli stessi della storia e del tessuto sociale di questa città e di questa provincia che, insieme a quella aretina, tanto ha dato e tanto ha ricevuto dal Consorzio Agrario. Anche per questo motivo abbiamo voluto organizzare questo momento di riflessione sui valori dell’etica che ci contraddistingue, figlia, nel centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, proprio di quel pensiero che mette la coesione al centro dello sviluppo».
Ottimismo per il futuro «Abbiamo davanti anni difficili che vogliamo affrontare con ottimismo e determinazione e una storia forte alle spalle di cui siamo orgogliosi – ha evidenziato Maria Cristina Rocchi, presidente del Consorzio Agrario di Siena e Arezzo -. Viviamo in un territorio che tutti ci invidiano, un territorio lavorato e trasformato con opera magistrale da nostri imprenditori. L’agricoltura è e resterà un settore importante anche per il futuro, per le sfide dell’occupazione a cui si può dare delle risposte concrete puntando proprio sui valori dell’etica, della solidarietà e del rispetto nei rapporti di lavoro che da sempre ci contraddistinguono».
L’importanza dei giovani E sugli stessi valori si è soffermato anche il contributo di Corrado Barberis, professore Emerito di Sociologia e presidente dell’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale: «I valori dell’agricoltura sono soggetti al rapporto tra realtà e filosofia che crediamo di vivere. Un rapporto complesso che, non sempre, i giovani hanno saputo cogliere diventando sempre più rari in agricoltura e adesso la speranza è che il censimento 2010 dia dati più confortevoli. Credo che, per il futuro, il Consorzio debba perseguire con ancora maggiore vigore la strada già intrapresa di fornire ai propri associati servizi di vendita diretta».
La storia del Cap Nelle parole dello storico Fabio Bertini invece un affascinante e coinvolgente excursus storico nei 110 del Consorzio Agrario: «Il Cap nasce da una forte identità della Toscana fatta di mezzadria e cultura agricola. Saranno poi le innovazioni tecniche a giocare un ruolo di prim’ordine anche per l’aggregazione e l’associazionismo. E’ vero che il Cap rappresenta un insieme di imprenditori ma è anche un soggetto che rappresenta un territorio in tutto e per tutto, perché quando si difende l’agricoltura si difende vita, libertà e ambiente. Il destino perenne con il quale il Consorzio è stato sempre capace di misurarsi è stato il confronto con le novità dei tempi operando da anello di congiunzione tra società e agricoltura». Sulla storia dei Consorzi Agrari in Italia si è soffermato anche Gaetano Varano, direttore dell’Associazione Nazionale dei Consorzi Agrari che, dopo aver ripercorso anche da un punto legislativo le vicende della Federconsorzi, ha evidenziato come «Oggi in Italia esiste un sistema di Consorzi che sta tornando a fare sistema e può vantarsi di un marchio di qualità». Conclusioni affidate a direttore e presidente del Consorzio Agrario di Siena e Arezzo che, entrambi, hanno sottolineato la volontà di guardare al 2012 con la possibilità che proprio “Radici Toscane” diventi un nuovo marchio d’azienda in grado di racchiudere proprio quei valori che hanno fatto la storia del Consorzio Agrario e che, ieri come oggi, affondano il proprio essere nella terra.