Siena, le palle non rimbalzano più. Anzi, nell’animo di tifosi – e non solo – il loro movimento ha assunto ormai un moto ben più circolare e concentrico. La Siena sportiva difficilmente si scorderà di questo 16 aprile 2014, l’ennesima data di un periodo nero, durissimo, sia per Ac Siena che per Mens Sana Basket. Una giornata a dir poco apocalittica, specie per la plurititolata società cestistica senese per cui si parla di fallimento per bancarotta fraudolenta. Sarebbe questa l’istanza presentata la scorsa settimana dalla Procura della Repubblica di Siena e che sarebbe alla base delle sette perquisizioni condotte oggi dalla Guardia di Finanza nella sede della Mens Sana Basket, negli uffici e in alcune abitazioni. Secondo quanto emerge da fonti vicine all’inchiesta “Time Out”, l’istanza sarebbe stata presentata al Tribunale fallimentare ma non sarebbe stata ancora notificata alla società di basket.
Fiamme Gialle sulla Mens Sana La prima doccia fredda per il basket senese era arrivata dunque alle prime luci del mattino con la Guardia di Finanza che tornava a suonare il campanello in Viale Sclavo: sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle la sede della Mens Sana. E’ il nuovo capitolo dell’inchiesta “Time Out”, partita nel 2012 (leggi): sette i decreti di perquisizione eseguiti, anche quella nell’abitazione privata dell’ex presidente ed ex gm della Mens Sana Ferdinando Minucci, attualmente in procinto di diventare presidente della Legabasket. «Le ipotesi investigative – comunica in una nota la GdF di Siena – attengono nuovi reati connessi alla normativa fallimentare, in particolare bancarotta fraudolenta a carico della Società Mens Sana Basket Spa in liquidazione nonché false comunicazioni sociali, inerenti i bilanci societari dal 2009 al 2013 e reati prettamente tributari ad essa collegati. Le attività di Polizia Giudiziaria sono state effettuate in Siena ed Empoli a carico degli ex vertici direttivi della società» Operazione TIME OUT.
Robur, la società non onora gli stipendi Se il basket senese piange, il calcio non ride. L’Ac Siena non onora gli stipendi nei confronti dei suoi giocatori che dovevano essere pagati oggi. A confermarlo il patron bianconero Massimo Mezzaroma dopo un incontro di oltre un’ora avuto con squadra e staff tecnico, alle prese con una stagione degna dei massimi onori (leggi) ma che adesso rischia di subire pesanti ripercussioni dal punto di vista morale per un atteggiamento societario a dir poco interlocutorio e compromettente. «Con estremo dispiacere dobbiamo prendere atto di una situazione che danneggia tutti, ma con altrettanta sicurezza possiamo garantire che il nostro impegno continuerà a essere massimo e che daremo tutto per onorare la maglia della Robur – hanno fatto sapere in un comunicato stampa giocatori e staff tecnico della Robur -. Ci riserveremo di valutare di volta in volta situazioni che consentiranno di contenere le spese, anche per non far gravare ulteriormente questa difficile situazione sui dipendenti e sui giocatori più giovani». La Robur sta scontando 8 punti di penalizzazione nel campionato di Serie B in corso e questo nuovo mancato pagamento comporterà sicuramente altri due punti in meno nella prossima stagione. In qualsiasi categoria.
De profundis sportivo Cosa aggiugere? Lo sport, il panem et circensem di una Siena che si specchiava nella sua opulenza e ricchezza, oggi è ormai lo specchio impietoso di una crisi strutturale e di un tunnel lungo e profondo di cui non si vede la fine. Rischiano di sparire due forti passioni della città che non può che rimanere scossa, attonita, di sasso di fronte a tutto questo continuo susseguirsi di notizie. Rischiano di sparire anche l’indotto sportivo, tanti posti di lavoro e molte eccellenti professionalità cresciute, nel corso degli anni, con la Siena cestistica e calcistica. Gente che nell’ombra – e non per contratti milionari – ha dato tutto per il biancoverde e il bianconero. Oggi, 16 aprile 2014, è tutto buio.